Concessioni balneari

Il diritto alla natura: cinque mosse per una nuova organizzazione spaziale delle spiagge

Le spiagge italiane mostrano una domanda in calo e un’offerta di strutture obsolete, incapaci di dialogare con il paesaggio e le nuove pratiche di fruizione. Cinque linee progettuali emergono come chiave: ripensare le strutture permanenti, riorganizzare cabine e ombrelloni, armonizzare materiali e forme dei chioschi, reintrodurre vegetazione e valorizzare il rapporto tra spiaggia e territorio retrostante. L’obiettivo è costruire un paesaggio costiero sostenibile e inclusivo, dove architettura, natura e comunità coesistono e ridefiniscono il diritto all’ambiente.

Si scrive spiaggia ma si legge città

Le località balneari italiane stanno superando i confini della stagionalità per assumere un ruolo urbano permanente. Non più semplici mete estive, ma paesaggi abitati e condivisi tutto l’anno, capaci di generare valore economico, culturale e sociale. Le spiagge diventano laboratori di innovazione, in cui comunità dinamiche sperimentano nuovi modelli di convivenza e uso dello spazio, oltre la zonizzazione tradizionale. In questo processo si afferma la “città di relazione”: un contesto flessibile, dove i luoghi non si consumano ma si rigenerano, adattandosi ai ritmi del vivere contemporaneo e aprendo scenari inediti per il futuro urbano.

Quale futuro per le spiagge italiane? Intervista ad Antonio Calafati

Le spiagge italiane costituiscono un capitale pubblico strettamente intrecciato con infrastrutture private e con il sistema urbano. La riforma delle concessioni demaniali solleva questioni complesse di valore economico, interesse pubblico e tutela ambientale. La gestione delle spiagge richiede un progetto integrato che includa spazi pubblici, infrastrutture leggere, servizi e percorsi pedonali, considerando la fragilità ecologica e sociale delle coste e ridefinendo la relazione tra città, spiaggia e comunità.

Penisola felix. La costruzione di una città metromarina lineare

Le coste italiane costituiscono un patrimonio pubblico fragile, intrecciato a infrastrutture urbane e attività economiche stagionali. Gli arenili sono concepiti come una “città metromarina” lineare, con spazi di svago, infrastrutture leggere e natura che convivono armoniosamente. Interventi architettonici e urbanistici ridefiniscono gerarchie, relazioni sociali e qualità dello spazio costiero, garantendo sostenibilità, sicurezza territoriale e coesione tra città, spiaggia e comunità.

Concessioni balneari: dalle proroghe alle gare

La vicenda delle concessioni balneari, simile a quella delle quote latte, mostra come pressioni lobbistiche abbiano favorito l’elusione del diritto UE, ritardando riforme necessarie. Nonostante la direttiva Bolkestein imponga gare pubbliche, proroghe e resistenze hanno ostacolato concorrenza e modernizzazione del settore. Alcuni Comuni, come Jesolo sulla base della legge regionale 33/22 del Veneto,, hanno avviato procedure innovative premiando investimenti e sostenibilità, dimostrando che la competizione può favorire lo sviluppo di questo comparto del settore turistico

Meno nostalgia e più innovazione: il futuro delle spiagge è adesso

Il dibattito sulla “crisi del turismo balneare” spesso si riduce a slogan e narrazioni politiche, ignorando le reali trasformazioni del mercato. Il settore non è in recessione, ma in profondo riassestamento, tra nuove abitudini di consumo, digitalizzazione e necessità di branding. Per restare competitivo servono investimenti, innovazione e una visione condivisa pubblico-privato, superando nostalgie e resistenze.

La vera questione non è aste sì aste no, è lo statuto collettivo degli arenili

In Italia, la maggior parte delle spiagge è trattata come una risorsa commerciale anziché come un bene pubblico. Questo approccio ha condotto a una massiccia privatizzazione delle spiagge, soprattutto nelle zone con alta domanda sociale. Inoltre, ha trasformato una questione legata alla gestione di beni collettivi in un dibattito incentrato sul rinnovo delle concessioni o sulle loro aste. La gestione delle spiagge dovrebbe invece prioritariamente rispondere alle necessità della società, garantendo l'accesso gratuito e considerando anche gli aspetti ecologici. Questo potrebbe essere realizzato tramite una graduale riduzione delle concessioni nelle regioni con elevata richiesta e una ridefinizione delle tariffe per assicurare l'accessibilità per tutti.

Le spiagge come servizio, metro-balneare e metro-marino

L’adeguamento dell’Italia alla direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari arriva con forte ritardo, aprendo scenari complessi sul piano politico, economico e sociale. Le gare per il rinnovo delle concessioni rappresentano una sfida ma anche un’opportunità per integrare pianificazione pubblica e innovazione privata, ripensando le spiagge come servizio turistico ed ecosistemico, tra accessibilità, sostenibilità e tutela ambientale.

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