28 Settembre, 2023

Il patrimonio culturale come motore di sviluppo locale: quali opportunità e sfide?

Tempo di lettura: 6 minuti

La cultura rappresenta una componente fondamentale e fondante dell’identità dei luoghi e delle comunità. Il patrimonio culturale – inteso come l’insieme dei lasciti di natura artistica o culturale, tangibili o intangibili – costituisce un deposito di memorie collettive e diventa elemento distintivo per le comunità locali. Comunità locali che si riconoscono nel loro patrimonio culturale catalizzatore di orgoglio, senso di appartenenza, capitale sociale e sentimenti identitari. Spesso le espressioni culturali locali sono anche fonte di attrattività e interesse (a volte eccessivi!) di turisti nazionali e internazionali curiosi di scoprire, visitare e ammirare il patrimonio culturale in tutte le sue sfaccettature.   

L’importanza e il valore del patrimonio culturale vengono sempre più riconosciuti e affermati dalle istituzioni europee. Secondo la Commissione Europea, il patrimonio culturale è molto più che un deposito di conoscenze. È soprattutto una risorsa condivisa e un bene comune. Il patrimonio contribuisce in modo determinante alla definizione dell’identità dei cittadini europei ed è una risorsa fondamentale per la coesione sociale e lo sviluppo economico (Commissione Europea, 2014).

Ed è proprio il concetto di risorsa che permette di riconoscere appieno il valore anche economico del patrimonio culturale. Se i valori culturali, storici, sociali, identitari, artistici, simbolici e a volte anche spirituali dei beni culturali e della cultura sono ampiamente riconosciuti, la concezione di patrimonio culturale come risorsa condivisa permette di trasformare e rinnovare l’approccio – specialmente pubblico ma anche privato e individuale – alla gestione del patrimonio culturale. Le attività di conservazione culturale anziché rappresentare quasi esclusivamente un dovere morale (approccio guidato dalla conservazione) diventano una strategia di sviluppo lungimirante ed efficace (approccio guidato dalla valorizzazione). Se riconosciuti e valorizzati adeguatamente, gli effetti (anche economici) positivi e concreti del patrimonio culturale permettono al patrimonio stesso di diventare priorità politica e motore di sviluppo locale.

Il Quadro d’Azione Europeo definisce il patrimonio culturale come un bene comune che le generazioni passate trasmettono in eredità a quelle future e ne afferma la trasversalità a diversi settori economici e politici dell’Unione Europea quali lo sviluppo regionale, urbano e rurale, l’istruzione e la coesione sociale, la trasformazione digitale, l’ambiente, il turismo, l’accessibilità, la sostenibilità, la ricerca e l’innovazione e le relazioni esterne. Il patrimonio culturale contribuisce allo sviluppo sociale ed economico locale garantendo un tipo di sviluppo sostenibile (Commissione Europea, 2019).

Figura 1 – Farm Cultural Park, galleria d’arte e residenza per artisti situata a Favara in provincia di Agrigento.

L’agenda 2030 delle Nazioni Unite considera il patrimonio culturale e le industrie creative come fondamentali risorse per il conseguimento di uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Riconoscendo il patrimonio culturale come elemento intrinseco dell’esperienza umana, la cultura permette di immaginare e modellare un mondo più inclusivo, giusto ed equo. La cultura come risorsa trasversale è fondamentale per realizzare questa visione trasformativa (UNESCO, 2018). La dichiarata e desiderata sostenibilità dello sviluppo legato al patrimonio culturale deriva dalla potenzialità, affermata anche nella Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale emanata nel 2001 dall’Unesco, di associare allo sviluppo economico un arricchimento intellettuale, emotivo, morale e spirituale. Al patrimonio culturale viene riconosciuta una serie di effetti benefici legati alla società nel suo complesso in particolare effetti culturali, sociali, economici e ambientali, gli ultimi tre dei quali in perfetta coincidenza con i tre pilastri dello sviluppo sostenibile dichiarati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il canale indubbiamente più menzionato, studiato e sfruttato che lega il patrimonio culturale allo sviluppo economico locale è il turismo. La cultura costituisce un eccezionale elemento distintivo territoriale che alimenta l’attrattività locale grazie alla creazione di identità e narrative uniche a peculiari. L’attrattività territoriale catalizzata dal patrimonio culturale non riguarda necessariamente solo i flussi turistici ma anche investimenti privati, nuove attività economiche e talenti culturali e creativi. La presenza di patrimonio culturale, inoltre, attiva una serie di attività economiche ad esso strettamente legate quali, ad esempio, la conservazione, l’archeologia, gli eventi, le attività di marketing e promozione o il settore delle costruzioni attivando un ecosistema culturale.

Al di là dei canali strettamente legati alla sfera economica, tra i quali il turismo la fa da padrone, il patrimonio culturale condiziona la sfera economica locale anche indirettamente grazie alla sua influenza su dinamiche sociali e identitarie. Gli interventi di rigenerazione urbana o territoriale basati sul patrimonio culturale, così come il riutilizzo adattivo di edifici o strutture appartenenti al patrimonio culturale locale hanno obiettivi principalmente legati alla sfera sociale, quali la riqualificazione di specifici quartieri grazie ad attività culturali che stimolino il capitale sociale, la coesione, l’inclusività e forme di apprendimento alternative. La presenza di patrimonio culturale e, in generale, di diverse ed eterogenee espressioni culturali stimola anche innovazione e creatività nonché senso di appartenenza e maggiore benessere individuale e collettivo. Pur essendo elementi intangibili e di natura socioculturale, le dinamiche di sviluppo locali possono beneficiarne grazie a ricadute economiche positive. Un accresciuto senso di fiducia verso il prossimo, maggiore cooperazione, impegno e responsabilità civici influenzano l’andamento e il buon funzionamento delle economie territoriali. Un solido e genuino senso di appartenenza facilita le interazioni tra agenti economici, la collaborazione e processi di apprendimento collettivi. In aggiunta, lo stimolo all’inclusività e al rispetto delle diversità culturali incoraggiato da una valorizzazione lungimirante del patrimonio culturale supporta uno sviluppo economico locale flessibile e di aperte vedute.

Figura 2 – Averna Spazio – Open a Palermo

Le enormi potenzialità associate al patrimonio culturale sono tuttavia sottoposte a sfide di non semplice e generalizzabile soluzione. I principali problemi da affrontare riguardano la scarsità di risorse, un’eccessiva e poco sostenibile pressione turistica che, in alcuni casi, danneggia sia il valore simbolico che quello materiale del patrimonio culturale e un contesto politico complesso che fatica a riconoscere la cultura come prioritaria. Più in generale, la crescente urbanizzazione, la scarsità di investimenti e, non da ultimo, il cambiamento climatico se non adeguatamente affrontati e trattati potrebbero rappresentare una minaccia per il nostro così prezioso patrimonio culturale.

I contributi presenti nella issue dimostrano come concretamente il patrimonio culturale può rappresentare un volano per lo sviluppo locale in senso lato sia in contesti urbani che in aree interne. Si sottolinea l’importanza della valutazione sia qualitativa che quantitativa degli interventi e delle iniziative culturali nel tentativo di sensibilizzare all’impatto concreto del patrimonio culturale. Un ultimo contributo consiglia e discute cinque riferimenti bibliografici recenti che trattano proprio il tema del patrimonio culturale come motore di sviluppo. 

Ulteriori approfondimenti

Articoli correlati

Sei lezioni dalle città del 2023

Il testo prende in esame sei lezioni apprese dalle presentazioni di Abitare il Vortice nelle città italiane nel 2023. 1) L’abitare si è posto ovunque al centro della discussione sulle città, e non se ne andrà 2) Il cambio di passo nella lotta alla gentrificazione 3) L’egemonia incontrastata dell’overtourism 4) C’è una domanda sempre più diffusa di città 5) C’è una sete enorme di sapere pubblico e condiviso sulla città 6) C’è una domanda pervasiva di nuovi immaginari urbani.

Di chi è la città?

Seguendo allo stesso tempo l’evoluzione del dibattito e il percorso personale dell’autore, “Abitare il vortice” esemplifica efficacemente la necessità di guardare oltre le forme che la città assume per indagare i processi che tali forme producono, a partire da alcuni interrogativi finalmente divenuti centrali ma in larga parte irrisolti: come si produce ‘valore’ nella città e nell’economia urbana contemporanea? Chi lo produce, e chi se ne appropria? Di chi è la città? E come fare per riappropriarsene?

Indizi per capire come funzionano le città

Il libro di Niessen offre una profonda analisi della società urbana contemporanea, esplorandone alcuni processi chiave a partire da un insieme molto organico composto da piccole storie e grandi sistemi, dettagli e sguardi d’insieme, storie e aneddoti. L’autore ci invita a riflettere sul significato di cultura, sulle forze che mettono la nostra vita sociale in pericolo ma offre anche gli strumenti da mettere in campo per riprendersi la città.

I vortici urbani, tra città-merce e nuovi spazi del dissenso

Nel suo Abitare il vortice Bertram Niessen analizza criticamente la realtà della città contemporanea, interessata da processi sempre più spinti di finanziarizzazione, gentrificazione e turistificazione, e ciononostante ancora capace di produrre nuove spazialità e pratiche collettive di dissenso. Dalla sua lettura sembra emergere una evidente dualità: quella tra città “concepita”, plasmata dalle amministrazioni, dal capitale finanziario e dal city branding, e città “praticata”, animata dai movimenti dal basso e da una cultura diffusa che apre costantemente a nuovi modi di fare comunità.

Vienna: realizzare la città di genere

Vienna è fondamentale per il successo di iniziative come Sex & the City a Milano, che mirano a migliorare la vita delle donne in città. Con oltre sessanta progetti pilota basati sul gender mainstreaming, Vienna ha trasformato lo spazio pubblico in modo innovativo, creando anche un complesso residenziale per le donne. Un progetto di grande successo è la piazza Reumannplatz, che offre percorsi pedonali sicuri, ampie aree verdi e attrezzature gratuite per il gioco e lo sport. La piazza è stata progettata in collaborazione con i cittadini e ha considerato le loro opinioni e desideri. In totale, Vienna ha realizzato oltre 60 progetti pilota che hanno reso la città vivibile e accessibile, migliorando la vita quotidiana dei suoi abitanti