A San Vito dei Normanni, stiamo trasformando 50 ettari di terre confiscate alla criminalità organizzata in un’azienda agricola, ecologica e sociale capace di generare lavoro, benessere per la comunità e miglioramento dell’ecosistema. Rigeneriamo il suolo, promuoviamo economia circolare, aumentiamo la biodiversità, offriamo prodotti agricoli di qualità, favoriamo inserimenti socio-lavorativi, organizziamo eventi comunitari, sosteniamo la formazione tecnica e la ricerca scientifica, accompagniamo progetti agricoli promossi da giovani del nostro territorio. In tanti e tante, stiamo costruendo un originale hub rurale che vuole contribuire allo sviluppo locale dell’Alto Salento.
Il dibattito internazionale sul riuso adattivo dei luoghi del patrimonio culturale e sugli impatti multidimensionali che questi asset generano attraverso processi community-based rappresenta il contesto in cui si inserisce la sperimentazione SSMOLL: San Sebastiano del Monte dei Morti Living Lab. Il riuso dell’ex chiesa “dei Morticelli”, attivo nel centro storico di Salerno dal 2018, è un processo di ricerca-azione in cui il riuso di un bene comune diventa lo strumento per innescare comunità attive e sostenere le capabilites degli abitanti. Attraverso un percorso adattivo, il riuso del Bene ha determinato l’avvio di un più ampio processo di rigenerazione urbana esteso all’intero quartiere.
CasermArcheologica oggi, a distanza di quasi dieci anni è uno dei punti di riferimento per il proprio territorio. E' un centro culturale inclusivo che propone residenze e mostre durante tutto l'anno accompagnate da dialoghi e attività laboratoriali grazie alle quali i linguaggi artistici diventano strumenti espressivi, di scoperta del sè, di orientamento, di socializzazione e capacitazione.
Il contributo affronta il tema del ruolo dell’università nel sostenere e abilitare a lungo termine ecosistemi di innovazione sociale alla scala locale presentando il caso di AuroraLAB a Torino, un progetto di ricerca-azione portato avanti dal Politecnico di Torino nell’omonimo quartiere.
Due progetti avviati da Fondazione Riusiamo l’Italia in Basilicata nel 2022 per sperimentare nei territori rurali del Mezzogiorno metodi e approcci sul riuso creativo, temporaneo e partecipato. Il primo progetto denominato “Mappa delle opportunità ritrovate” è attuato per conto del GAL Cittadella del Sapere consiste in un processo di mappatura del patrimonio dismesso o sottoutilizzato. Il secondo progetto intitolato “Next Generation - Sant’Arcangelo Hub Giovani” ha lo scopo di valorizzare il talento e le competenze di giovani che possano supportare progetti di innovazione in campo sociale, culturale, ambientale e turistico. Le due esperienze definiscono un approccio ad alta vocazione generativa che richiede limitate risorse di adattamento sulle “cose” e maggiori investimenti sulle persone e sulle comunità, sul loro empowerment e sulla propensione a costruire nuovi modelli di sviluppo durevole e sostenibile.
I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.
A fronte degli effetti della globalizzazione, della pandemia e della digitalizzazione, le città per essere competitive devono garantirsi una buona reputazione. In tale contesto, la cultura e la comunicazione online possono giocare un ruolo strategico. Attraverso il caso studio della Città di Brescia si analizza il contributo che la valorizzazione museale, da parte degli stessi musei e della città, può apportare per promuovere l’attrattività delle città aumentandone il “Soft Power”, ma anche per sostenere individui e comunità nella dimensione sia fisica sia digitale.
Il progetto “Valli Resilienti”, cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del programma “AttivAree” (2016-2019), si è proposto di promuovere lo sviluppo locale con un approccio intersettoriale volto a potenziare le risorse ambientali, economiche, sociali e culturali, nonché i legami di collaborazione, solidarietà e accoglienza dei territori della Valle Trompia e della Valle Sabbia. Le attività, guidate dalla Comunità Montana di Valle Trompia e sviluppate da un ampio partenariato costituito da enti istituzionali e del terzo settore, hanno cercato di stimolare la rigenerazione del territorio favorendo la sinergia tra le varie realtà identitarie locali.
Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.
In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.
La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it
Il PNRR è un’opportunità per l’Italia per le risorse economiche che mette in campo ma anche per la valenza strategica adottata e coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo. Diverse le questioni alle quali porre attenzione in fase attuativa per le ricadute e gli impatti che avranno su città e territori, alcune esaminate in questo numero.
L’urbanistica di genere è una disciplina che si propone di pianificare le città includendo le differenze di bisogni e necessità tra i generi, contribuendo a migliorare la vita quotidiana di quei soggetti che la pianificazione urbana ha storicamente omesso. È una pratica che permette di riscontrare come le città siano la rappresentazione concreta delle disparità tra i generi che caratterizzano la nostra società.