Esperienze

Spazi ibridi e città di prossimità. Il caso di Milano

Negli ultimi anni si sono moltiplicate esperienze in grado di coniugare attivismo, terzo settore e innovazione sociale nelle nostre città. Sono luoghi variamente denominati che hanno nella loro natura ibrida la loro caratteristica principale. A Milano, con un netto impulso durante la fase pandemica, gli spazi ibridi sono cresciuti e si sono affermati. E oggi possono essere valorizzati nelle politiche pubbliche se è vero che la città punta davvero a essere sempre più inclusiva e di prossimità.

Mare culturale urbano: progetto ibrido in quattro periferie

mare culturale urbano è un progetto di rigenerazione urbana a base culturale nato nella periferia del Municipio 7 di Milano e attualmente diffuso in altri tre quartieri, per proporre un nuovo e migliore stile di vita cooperativo e solidale che ripensi alla cultura, al benessere collettivo e al senso civico degli abitanti della zona. Riconosciuto dal magazine Artribune nel 2019 come il miglior spazio ibrido di Milano, mare culturale urbano si è impegnato a rigenerare la storica cascina Torrette di Trenno del ‘600, rendendola un punto d’incontro per la comunità della periferia ovest di Milano e una piazza aperta a tutta la città in cui partecipare a eventi e ad attività accessibili a tutti.

La Rete degli Spazi ibridi di Milano. Un’intervista ad Annibale D’Elia

Il Comune di Milano nel 2022 istituisce in via sperimentale un Elenco qualificato di spazi ibridi denominato Rete spazi ibridi della Città di Milano che conta attualmente 20 soggetti selezionati da un’apposita commissione di valutazione mediante un Avviso pubblico aperto. Nell’intervista che segue Annibale D’Elia, Direttore di Progetto di Economia Urbana, Moda e Design del Comune di Milano, - da diversi anni impegnato nell’innovazione delle politiche pubbliche - ci racconta quali motivi hanno spinto l’amministrazione pubblica a sostenere una rete di soggetti gestori di spazi ibridi.

TAM – Tower Art Museum. Fare spazio a nuove narrazioni

TAM (Tower Art Museum) è un museo di arte contemporanea in una torre medievale nei Sassi di Matera. TAM è un centro di produzione culturale, dove artisti nazionali e internazionali producono arte dalla contaminazione con il contesto locale. TAM è il ribaltamento di MAT, perché ha l’obiettivo di portare a Matera nuovi contenuti culturali superando la narrazione di una città oltremodo legata al passato.

La progettazione di un processo di riuso: l’esperienza dell’ex chiesa dei Morticelli a Salerno

Il dibattito internazionale sul riuso adattivo dei luoghi del patrimonio culturale e sugli impatti multidimensionali che questi asset generano attraverso processi community-based rappresenta il contesto in cui si inserisce la sperimentazione SSMOLL: San Sebastiano del Monte dei Morti Living Lab. Il riuso dell’ex chiesa “dei Morticelli”, attivo nel centro storico di Salerno dal 2018, è un processo di ricerca-azione in cui il riuso di un bene comune diventa lo strumento per innescare comunità attive e sostenere le capabilites degli abitanti. Attraverso un percorso adattivo, il riuso del Bene ha determinato l’avvio di un più ampio processo di rigenerazione urbana esteso all’intero quartiere.

L’Hub culturale di CasermArcheologica a Sansepolcro

CasermArcheologica oggi, a distanza di quasi dieci anni è uno dei punti di riferimento per il proprio territorio. E' un centro culturale inclusivo che propone residenze e mostre durante tutto l'anno accompagnate da dialoghi e attività laboratoriali grazie alle quali i linguaggi artistici diventano strumenti espressivi, di scoperta del sè, di orientamento, di socializzazione e capacitazione.

Il progetto AuroraLAB a Torino: quando l’università cerca di abilitare ecosistemi di innovazione sociale

Il contributo affronta il tema del ruolo dell’università nel sostenere e abilitare a lungo termine ecosistemi di innovazione sociale alla scala locale presentando il caso di AuroraLAB a Torino, un progetto di ricerca-azione portato avanti dal Politecnico di Torino nell’omonimo quartiere.

Il ruolo della valorizzazione online dei musei per la reputazione delle città

A fronte degli effetti della globalizzazione, della pandemia e della digitalizzazione, le città per essere competitive devono garantirsi una buona reputazione. In tale contesto, la cultura e la comunicazione online possono giocare un ruolo strategico. Attraverso il caso studio della Città di Brescia si analizza il contributo che la valorizzazione museale, da parte degli stessi musei e della città, può apportare per promuovere l’attrattività delle città aumentandone il “Soft Power”, ma anche per sostenere individui e comunità nella dimensione sia fisica sia digitale.

Articoli più letti

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Il progetto NEO a Gagliano Aterno

I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.