16 Ottobre, 2024

Mare culturale urbano: progetto ibrido in quattro periferie

Tempo di lettura: 7 minuti

Nato da un’idea di Andrea Capaldi, Benedetto Sicca e Paolo Aniello di progettare un grande spazio di sperimentazione artistica, inclusione sociale e rigenerazione urbana, mare culturale urbano può essere considerata la prima esperienza di spazio ibrido a Milano ispirata al modello di altri centri europei come il “Matadero” di Madrid, il “Vooruit” di Gent e il “Cent Quatre” di Parigi. Lo spazio inizia la sua attività nel 2016, all’interno della storica Cascina Torrette di Trenno, nel quartiere San Siro, dando vita a un modello altrettanto ibrido di governance agito da due diversi soggetti: l’Associazione culturale Ludwig – officina di linguaggi contemporanei, preposta alla curatela dei percorsi artistico-culturali, e l’impresa mare food lab S.r.l. indispensabile a creare le condizioni per la sostenibilità economica e la funzione aggregativa dell’intero programma. 

Il progetto getta le sue fondamenta tra il 2013 e il 2016, a partire dalla riqualificazione della Cascina Torrette – inserita nel progetto di housing sociale Cenni di Cambiamento -, come spazio da destinare a servizi territoriali urbani. Con l’idea di portare il “mare a Milano” i tre fondatori ottengono la gestione dello spazio e contribuiscono in maniera incisiva alla realizzazione del modello di riqualificazione del Municipio 7, un’area composita in termini di geografia urbana e antropologica. L’area vede quasi 180.000 abitanti inseriti in un contesto periferico, dove edilizia residenziale pubblica e nuove abitazioni di lusso convivono con un’offerta aggregativa, culturale e di servizi alla persona lacunosa e discontinua, ad evidenziare la condizione di isolamento della comunità dal resto della città. 

Il 2016 segna l’apertura al pubblico della Cascina Torrette e il radicamento permanente dell’Associazione Ludwig nel progetto. I 1.700 metri quadri della Cascina sono organizzati in una corte centrale scoperta, tre edifici di due piani che perimetrano la corte, e che ospitano un coworking, sale prova musicali, sale polivalenti, un ristorante, un bar. 

Nel 2019 nasce mare food lab S.r.l. fondata da Andrea Capaldi ed Eugenio Simioli, che subentra con un affitto di ramo d’azienda, acquisendo il marchio mare culturale urbano allo scopo di sviluppare dei format legati al “food and beverage”, pur non perdendo la natura culturale e l’impatto sociale del progetto. Nel 2019 lo spazio registra un’affluenza di circa 100.000 persone, numero destinato a duplicare nel 2022. Durante l’emergenza pandemica dimostra una grande capacità di resilienza riuscendo a preservare il legame con la sua comunità attraverso il progetto “mare ti chiama”, in cui i lavoratori dello spazio hanno videochiamato i frequentatori abituali della Cascina per intrattenerli, esprimere loro vicinanza durante la fase di chiusura forzata. 

A seguito del lancio del progetto di replicabilità diffuso di mare culturale urbano, tra il 2020 e il 2021, nascono i tre food hub nelle periferie milanesi di Cascina Merlata, Redo Merezzate e San Cristoforo sul Naviglio e, parallelamente l’Associazione Ludwig entra a far parte dell’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) preposta alla gestione del nuovo Punto di Comunità “mosso”  all’interno dell’Ex Convitto Trotter – di cui si parlerà nell’articolo dedicato -, attraverso una co-progettazione con la Fondazione stessa e il Comune di Milano. mare culturale urbano è tra i soggetti co-fondatori de “Lo Stato dei Luoghi”, la rete nazionale degli spazi rigenerati a base culturale, e tra gli aderenti all’Elenco Qualificato del Comune di Milano “Rete Spazi Ibridi della Città di Milano”. Nel 2022 e 2023 mare culturale urbano entra nel progetto “Aria”, per la parte di placemaking e attivazione dell’area dismessa dell’Ex Macello di Milano, (esito del Concorso internazionale Reinventing Cities C40), insieme a Redo Sgr e Fondazione Housing Sociale, realizzando una programmazione di concerti dal vivo, esplorazioni, performance site-specific negli spazi del sito. 

Perché gli spazi attivati da mare culturale urbano possono definirsi spazi ibridi socioculturali? In primis per il loro ruolo di presidi aggregativi aperti a tutte le ore del giorno e della sera, 360 giorni all’anno: delle vere e proprie piazze nelle quali ritrovarsi e stare insieme, senza necessità di consumo o pagamento di un titolo di ingresso. Sono spazi che garantiscono un palinsesto di servizi e attività per la comunità ampiamente diversificate come spettacoli, laboratori, presentazioni di libri e mercati che valorizzano la green e la circular economy fino all’offerta di sale prova e coworking. Rispetto ai restanti spazi ibridi di Milano mare culturale urbano è impegnato in un programma multidisciplinare aperto a codici, generi e linguaggi artistici differenti che, spesso, in maniera sperimentale, dialogano tra loro senza rinunciare alla dimensione inclusiva, in grado di assicurare la fruibilità dei contenuti a una composizione di utenza variegata per età, genere e cultura. Un processo quest’ultimo che si lega indissolubilmente a una strategia di sostegno alla creatività emergente, soprattutto dei giovani talenti che abitano i territori di intervento, offrendo uno spazio di crescita – tanto artistica quanto umana -, in molti dei casi un’alternativa alla microcriminalità diffusa nelle periferie. Ne sono un esempio i progetti “Voci di Periferia” rivolto ai ragazzi spinti dalla voglia di raccontarsi attraverso il rap, “Unity Lab”, laboratorio permanente gratuito di rap e scrittura in rima per partecipare alla produzione di canzoni originali, e “Raster”, rassegna di musica underground di progetti musicali emergenti. Questi e molti altri format sono i cardini di un programma generativo di cura della comunità che hanno trasformato, in modo particolare la Cascina Torrette, – ma anche i restanti community hub -, in factory di formazione di una nuova generazione di artisti e in “piazze aperte” nelle quali i palinsesti culturali per il 90% non richiedono un biglietto a pagamento. 

Negli ultimi anni mare culturale urbano, sotto la guida del Presidente e Direttore Artistico Andrea Capaldi, ha dato sempre più spazio alla ricerca nell’ambito dei linguaggi performativi basata su processi partecipativi, allo scopo di coinvolgere attivamente le comunità territoriali che ne sono generalmente escluse. Da qui nasce “Indagine Milano” e il “Festival Immersioni – laboratorio di linguaggi performativi nei quartieri”, co-prodotto dal Piccolo Teatro: un’indagine sulle periferie di Milano attraverso residenze artistiche nelle quali artisti e collettivi under 35 sviluppano uno stretto legame con le persone e le loro storie, con l’obiettivo di restituire alla città una sua mappatura artistica. Dal 2016 ad oggi mare culturale urbano ha organizzato più di 1.000 concerti, 40 spettacoli e più di 800 laboratori per adulti e bambini; proiettato quasi 500 pellicole con il cinema all’aperto in cuffia, ospitato 50 artisti in residenza e organizzato appuntamenti settimanali per il quartiere co-progettando più di 40 attività per i territori di riferimento. La struttura ha assunto più di 150 collaboratori di cui 40 ragazzi/e della periferia ovest provenienti da situazioni di fragilità, grazie a percorsi di formazione e inserimento lavorativo. Senza rinunciare alla riconoscibilità e all’identità consolidata negli anni, il programma socio-culturale di mare culturale urbano procede tramite la valorizzazione delle specificità dei contesti territoriali in cui interviene, elaborando delle linee progettuali, per l’erogazione di servizi e di attività ad alto impatto sociale, che rispondano ai bisogni delle diverse comunità. Da qui l’impiego sempre più convinto di pratiche di progettazione allargata: la co-programmazione con i cittadini residenti da un lato, e dall’altro, il costante processo di co-design di politiche pubbliche con il Comune di Milano e i restanti spazi ibridi, valorizzando il ruolo di questi ultimi nella produzione di welfare generativo nell’ottica di fornire una risposta concreta alla marginalizzazione delle aree urbane milanesi e all’aumento di fenomeni di acuta polarizzazione economico-sociale.

Ulteriori approfondimenti
Mare culturale urbano.org

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