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Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

Territorio e innovazione

Roberto Camagni si è distinto per la sua prospettiva interdisciplinare allo studio della relazione tra innovazione e territorio. Ha introdotto il concetto di "milieu innovateur" per descrivere il ruolo del territorio come fonte di innovazione grazie alle relazioni che si sviluppano e si alimentano al suo interno. Ha riconosciuto l'importanza delle reti tra imprese e territori per la creazione e la diffusione della conoscenza. Ha contribuito al progresso dei modelli territoriali di innovazione, spiegando l'eterogeneità dei territori nel loro potenziale di innovazione e sviluppo.

Case per chi e dove

Le politiche pubbliche per la casa in Italia si sono sempre concentrate sul sostegno all’acquisto della prima casa, assegnando al mercato della locazione, in particolare quello pubblico, un ruolo residuale. Oggi la questione abitativa è legata alla crescita del numero delle famiglie e alla crescita dell’immigrazione. Si tratta di una domanda sociale espressa da soggetti che risultano “deboli” nei confronti del mercato abitativo e che non possono acquistare un’abitazione sul mercato privato. A ciò si aggiungono le difficoltà sul mercato dell’affitto privato a causa dei costi elevati rispetto ai redditi e alla quota limitata di alloggi in locazione.

Il progetto Sentieri Ponti e Passerelle per il diritto alla crescita e allo studio

In diverse città italiane, è ben noto il fenomeno dei ragazzi in condizioni NEET che patiscono condizioni di disagio e implicano un problema per il futuro del paese. Il progetto Se.Po.Pas in corso di realizzazione a Napoli, Reggio Calabria e Messina, selezionato e finanziato da Impresa Sociale con i Bambini è una delle pratiche di innovazione sociale in cui è implicata l’università che prova una particolare pratica di public engagement.

Articoli più letti

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.

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Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Il progetto NEO a Gagliano Aterno

I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.