67. Sfide e risorse dei comuni italiani

La sfida dei comuni italiani: trattenere, attrarre e spendere

Nel 2023 il personale dei comuni italiani è calato del 28,7% rispetto al 2007, toccando 341.659 unità. Nonostante una leggera ripresa attesa nel 2024, IFEL prevede l’uscita di circa 165.000 dipendenti entro sette anni, pari al 48% dell’organico attuale, tra pensionamenti e dimissioni. Una perdita rilevante per enti locali sempre più centrali nella gestione degli investimenti pubblici, dal PNRR alla nuova programmazione dei fondi europei 2021-2027

Attrattività e talent retention: quo vadis DL PA?

Il 7 maggio 2025 il Senato ha approvato in via definitiva il Ddl di conversione del DL PA, definito dal ministro Zangrillo una “rivoluzione organizzativa silenziosa”. Il provvedimento introduce novità sul reclutamento e sul rafforzamento del concorso pubblico, ma non affronta due criticità decisive: la scarsa attrattività della PA e l’alto tasso di abbandono. Nei comuni si rischia la perdita del 48% del personale entro il 2031

La formazione pubblica come generatore di valore

La Direttiva del 14 gennaio 2025 introduce un cambiamento culturale e normativo nella formazione della PA, trasformandola in leva strategica per la valorizzazione delle persone e la produzione di valore pubblico. L’obbligo delle 40 ore annue per ciascun dipendente sancisce un diritto-dovere all’apprendimento continuo, ma pone anche sfide operative e di sistema. La formazione, per essere efficace, deve integrarsi con percorsi di carriera e sistemi di valorizzazione

PNRR e competenze nella PA: i numeri di una transizione decisiva

Le transizioni digitale, ecologica, amministrativa e sociale richiedono nuove competenze e approcci organizzativi. La formazione non è solo trasmissione di saperi, ma sviluppo di capacità adattive in contesti complessi. Il report IFEL evidenzia gap formativi soprattutto nelle aree legate alla sostenibilità, digitalizzazione avanzata e gestione integrata delle politiche pubbliche, sottolineando l’importanza di una formazione flessibile e integrata per guidare il cambiamento nella PA

Articoli più letti

Il patrimonio culturale come motore di sviluppo locale: quali opportunità e sfide?

Il patrimonio culturale, se adeguatamente valorizzato, può rappresentare un motore di sviluppo locale. Mettere la cultura al centro di politiche dedicate allo sviluppo significa puntare ad investire sulle specificità locali, sulle potenzialità delle risorse territoriali, sulle conoscenze, le capacità e il capitale sociale allo scopo di stimolare creatività, innovazione e progresso sostenibile. Le potenzialità del patrimonio culturale sono molteplici, come le sfide da affrontare per garantire strategie di valorizzazione lungimiranti ed efficaci.

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

Il turismo tra cambiamento e ritorno al passato

Durante la pandemia, il settore del turismo ha vissuto tre fasi: il fermo improvviso, poi un breve periodo nel quale ha considerato il lockdown come un’opportunità per riformarsi in maniera sostenibile, ed infine la ripartenza tornando a correre più veloce di prima, con un impatto spesso pesante e disomogeneo sui territori turistici. Oggi, al settore turistico italiano manca ancora quella capacità di governo e di coordinamento delle destinazioni che la complessità del prodotto turistico rende necessaria.