Il libro di Niessen offre una profonda analisi della società urbana contemporanea, esplorandone alcuni processi chiave a partire da un insieme molto organico composto da piccole storie e grandi sistemi, dettagli e sguardi d’insieme, storie e aneddoti. L’autore ci invita a riflettere sul significato di cultura, sulle forze che mettono la nostra vita sociale in pericolo ma offre anche gli strumenti da mettere in campo per riprendersi la città.
Roberto Camagni ha contribuito a rispondere a due grandi paradossi della letteratura economica: il “paradosso di Solow” e il "paradosso di Baumol". Per il primo, in particolare, suggerisce che la debole associazione empirica tra progresso tecnologico e variazione della produttività sia legata al fatto che quest’ultima cattura soltanto una parte dell’effetto dell’innovazione sulla competitività dei sistemi economici. Inoltre, ha dimostrato come l'innovazione tecnologica possa diversificare i prodotti e ampliare il mercato, mantenendo il dominio delle città.
Come l’ambiente urbano accoglie e favorisce il camminare determina come le persone percepiscono, usano e vivono la città. Il concetto di camminabilità è un tentativo programmatico di spingersi oltre l’accessibilità e di rilevare come e quanto l’ambiente urbano è in grado di offrirsi come piattaforma di vita quotidiana. Inoltre, La camminabilità intesa come capacità urbana fa riflettere sulle pratiche di pianificazione delle dotazioni urbane, e suggerisce una possibile via operativa di integrazione della base informativa utilizzata per descrivere e valutare la componente urbana della qualità della vita.
In questo numero della rivista DiTe online presentiamo un primo gruppo di contributi tratti dal volume dal titolo “The regional challenges in the post-Covid era”, curato da Annalisa Caloffi, Marusca De Castris e Giovanni Perucca per la collana Scienze Regionali di FrancoAngeli. Il volume raccoglie alcuni contributi presentati nella conferenza AISRe 2021, in cui vari scienziati regionali e urbani hanno discusso vari aspetti della cosiddetta ‘nuova normalità’ del post-Covid. Questo primo gruppo di saggi analizza diverse dimensioni delle disparità socioeconomiche generate o esacerbate dalla pandemia, discutendone l'evoluzione sia a livello locale sia all'interno dei luoghi.
La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un momento di trasformazione, oltre che sul piano sanitario, anche su quello economico e dei comportamenti sociali alcuni dei quali in grado di indurre modifiche, talvolta permanenti. Il fatto di trascorrere molto più tempo all’interno della propria abitazione ha alimentato una nuova domanda abitativa e un maggiore interesse verso quei contesti in grado di offrire una elevata qualità della vita. Pertanto, alcuni territori stanno diventando più appetibili beneficiando di un nuovo equilibrio tra costo dell’abitare e costo del pendolarismo, e dall’altro nelle città potrebbero innescarsi alcuni cambiamenti che potrebbero coinvolgere anche la loro configurazione funzionale.
L'introduzione del contributo d'accesso per i turisti a Venezia ha avuto un effetto boomerang, aggravando i problemi esistenti. Questo intervento, pensato per gestire la pressione turistica, si è rivelato inefficace e controproducente. Venezia, simbolo dell'overtourism, ha visto peggiorare il tessuto sociale e produttivo, con disuguaglianze amplificate e residenti penalizzati. La vera soluzione richiede un futuro economico sostenibile e una regolamentazione più rigorosa del settore turistico, superando l'attuale modello predatorio.
La sperimentazione del contributo d’accesso a Venezia, introdotta per mitigare l'impatto del turismo giornaliero, ha suscitato molte critiche e non ha ridotto la pressione turistica. Le polemiche evidenziano come la misura sembri mirata a capitalizzare i flussi turistici piuttosto che limitarli e non affronti i problemi causati dall’aumento delle locazioni brevi, che superano i posti letto dei residenti. La gestione dell’overtourism richiede interventi complessi e a lungo termine, centrati soprattutto sul tema dell’abitare, per contrastare la trasformazione di Venezia in una città esclusivamente turistica.
Il visitor management propone una varietà di misure in grado di monitorare, informare, influenzare e guidare il comportamento dei visitatori all’interno di diversi contesti come le destinazioni turistiche. Queste misure rispondono a necessità mirate e strutturali per la destinazione che possono contribuire al miglioramento della vivibilità; tuttavia, considerate di per sé non rappresentano un approccio di governance in una visione di sviluppo sostenibile. Il caso del contributo di accesso di Venezia viene utilizzato come caso di discussione.
L’impatto economico del turismo nelle città è significativo. Emergono tuttavia preoccupazioni per gli effetti negativi a lungo termine, come l'overtourism e la diffusione di lavori scarsamente remunerati. Ancora, il turismo rischia di compromettere settori produttivi che letteralmente non trovano spazio nelle nostre città e di allontanare giovani e residenti. Regolamentare i flussi turistici e promuovere innovazione e sostenibilità appare dirimente per una crescita durevole sotto il profilo economico e sociale.
La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it