12 Dicembre, 2024

Ecosistema innovativo e territorio in Puglia

Tempo di lettura: 6 minuti
  1. Politiche per l’innovazione e concentrazione territoriale

Le politiche pubbliche per le start up di imprese innovative hanno una storia ormai decennale in Italia e anche a livello regionale costituiscono una componente importante sia per la creazione di un ecosistema innovativo (soprattutto per quanto riguarda il settore high tech) sia per una più intensa potenziale dinamicità dello sviluppo regionale. Ci sono almeno due lezioni apprese da questa storia decennale. La prima è che i percorsi di crescita e di successo sono diversi da quelli utilizzati come comparazione (Silicon Valley) per differenti condizioni e strutture. In secondo luogo, emerge la necessità della formazione di un ecosistema innovativo caratterizzato da densità di imprese concentrate in un determinato territorio. Naturalmente, questa esigenza di concentrazione potrebbe collidere con le politiche che tendono, invece, a diffondere la numerosità di imprese sul territorio.

Alla luce di queste considerazioni, l’obiettivo del nostro studio è quello di analizzare la concentrazione territoriale e per tipologia di impresa di tre politiche per l’innovazione adottate in Puglia nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) nel periodo di programmazione 2014-2020: Contratti di Programma (CdP) orientati alle medie e grandi imprese singole o in raggruppamenti, anche con partecipazioni estere; Programmi Integrati di Agevolazione (PIA) per medie e piccole imprese; start up innovative (Tecnonidi).

  • 2. Divergenze territoriali nella concentrazione dei fondi: il caso della Puglia

I CdP e i PIA hanno sviluppato investimenti complessivi (dati a giugno 2021) per circa 2,2 miliardi di euro, con agevolazioni concesse di poco più di 900 milioni di euro per 266 iniziative progettuali e 296 imprese tra piccole, medie e grandi. Gli investimenti sono destinati per il 41% (circa 900 milioni di euro) alle attività di R&S, mentre il 57% (circa 1,3 miliardi di euro) è destinato agli attivi materiali (soprattutto macchinari, impianti, attrezzature e opere murarie). La figura 1 mostra come, sotto il profilo territoriale, gli investimenti complessivi ricadono in 27 Sistemi Locali del Lavoro (SLL) su 44 (61% del totale), con una forte concentrazione in due SLL: Brindisi e Bari che superano i 1.000 euro per abitante. In queste due aree si concentra circa il 58% degli investimenti complessivi. Considerando i primi cinque SLL per investimento per abitante (oltre a Brindisi e Bari, anche Gravina in Puglia, Putignano e Monopoli), la concentrazione degli investimenti complessivi raggiunge la quota del 65%.

Figura 1 – Puglia: Investimenti (CdP +PIA) per abitante per SLL- Valori assoluti in €. Giugno 2021
Fonte: elaborazione su dati Puglia Sviluppo S.pA

La misura Tecnonidi rileva una attivazione complessiva di 26 milioni euro (giugno 2021) tra investimenti (circa 15 milioni di euro) e spese di funzionamento (circa 11 milioni di euro). Le agevolazioni complessive ammontano a circa 21 milioni di euro di cui circa 12 milioni di euro (59% del totale delle agevolazioni) in conto impianti. Gli investimenti per Know-How e attivi immateriali ammontano a circa 7 milioni di euro (44% degli investimenti). Sotto il profilo della distribuzione territoriale (figura 2), gli investimenti per le start up innovative ricadono in 23 SLL (52% del totale).  Di questi, 13 superano il valore medio regionale di 6,6 € pro-capite. Tra questi ultimi solo due incorporano il centro capoluogo di provincia (Lecce) e la città metropolitana di Bari.

Figura 2 – Spese di investimento e di finanziamento pro-capite per SLL Valori in €. Giugno 2021
Fonte: elaborazione su dati Puglia Sviluppo SpA
Figura 3 – Distribuzione territoriale degli investimenti pro-capite per SLL

Le mappe riportate nella figura 3 caratterizzano i SLL secondo l’intensità degli investimenti pro capite. Si osserva che l’intervento CdP e PIA abbia una maggiore intensità nei sistemi locali caratterizzati da media ed alta intensità tecnologica e dalla presenza di imprese di medie dimensioni. L’associazione è molto bassa, invece, sia con gli interventi della politica Tecnonidi, sia con la presenza di imprese di grandi dimensioni e start up innovative. Maggiori dettagli sulla relazione tra interventi delle politiche e tipologia di impresa sono forniti in Santandrea, Lombardi e Lobello (2022).

L’intervento Tecnonidi mostra invece una associazione positiva con la distribuzione territoriale delle start up innovative, ma nessuna correlazione con le imprese di grandi dimensioni.

  1. Verso una maggiore efficienza, ma anche maggiori squilibri territoriali?

Il sostegno alle medie e grandi imprese tende a rafforzare il sistema di imprese a medio e alto contenuto tecnologico e di conoscenza già presente sul territorio regionale. Si rafforzano quindi i fattori di efficienza attraverso i processi di accumulazione, concentrazione e agglomerazione territoriale. La dimensione “territorio” come target delle politiche di sostegno all’innovazione delle imprese non sembra ancora un fattore fondamentale, pur avendo promosso in Puglia otto distretti cluster tecnologici.

Nel complesso, l’analisi empirica ha evidenziato come la dimensione “territorio” sia rimasta piuttosto labile per le azioni di intervento analizzate. Le opzioni sono state disegnate in relazione ad aree tecnologiche, alle capacità di sviluppare progetti di ricerca da parte delle grandi e medie imprese.

Tuttavia, questa considerazione è incompleta se non si considerano anche le altre politiche di sostegno all’innovazione e alle imprese introdotte dalla Regione Puglia. Infatti, la politica regionale di sostegno all’innovazione tecnologica è stata articolata attorno ai seguenti assi di interventi: Ricerca e sviluppo dell’innovazione, trasferimento tecnologico, networking di imprese ed organismi di ricerca, finanziando progetti cooperativi di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale di prodotti/processi; aiuti alla creazione di nuove imprese tecnologiche.

Un altro insieme di interventi di sostegno alle imprese ha avuto caratteristiche più generali e plurisettoriali. L’insieme di questi interventi ha potuto mitigare processi di ampliamento degli squilibri territoriali sub regionali.

Infine, ma non per ultimo, l’ecosistema dell’innovazione si sta strutturando in un articolato network di centri di trasferimento tecnologico, di incubatori ed acceleratori di impresa: l’ulteriore target per consolidare i risultati raggiunti, potrebbe essere quello di favorire – anche mediante percorsi di open innovation – la diffusione delle conoscenze e delle tecnologie nel pulviscolare tessuto imprenditoriale, affinché sia occasione di sviluppo tecnologico più diffuso sul territorio.

Ulteriori approfondimenti

  • Santandrea R.V., Lombardi A., Lobello A. (2022), Innovative Ecosystem and Territory in the Apulia Region. In: Caloffi A., De Castris M., Perucca G. (eds.), The Regional Challenges in the Post-Covid Era. Milan: FrancoAngeli. 163-184.

Articoli correlati

La finanza nello sviluppo urbano e immobiliare

Il concetto di finanziarizzazione è diventato centrale nello studio delle dinamiche tra mercati immobiliari e finanziari. Questa pratica coinvolge la trasformazione dei beni immobili in asset finanziari negoziabili, alterando la loro percezione e valore. Le implicazioni di questa evoluzione per lo sviluppo urbano evidenziano come le politiche pubbliche e le strategie di investimento si siano adattate a questa nuova realtà. Le tensioni tra le logiche territoriali e finanziarie emergono come questioni cruciali, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l'equità nei processi di urbanizzazione contemporanei

Rendita e finanziarizzazione: un campo d’azione per l’urbanistica

La rendita e la finanziarizzazione condividono meccanismi di produzione e cattura del plusvalore che determinano rilevanti impatti spaziali, sebbene si distinguano per risorse impiegate e tipo di relazioni sociali mobilitate. La comprensione di questi fenomeni richiede un'analisi integrata dei loro intrecci all'interno delle trasformazioni del capitalismo. La pianificazione spaziale, nonostante i suoi limiti operativi, deve riappropriarsi di una prospettiva critica sulla rendita, al fine di delineare alternative per lo sviluppo di città e territori e dare nuova legittimità, e senso, alla sua azione

La finanziarizzazione degli hinterland logistici

Oltre a investire la città in senso stretto, la finanziarizzazione tocca spazi dell’urbano esteso, come i magazzini logistici. Il settore, in grande espansione, attrae investitori stranieri che si rivolgono a consulenti finanziari nelle grandi città, ma si materializza negli hinterland logistici diffusi nel territorio, grazie all’interesse di attori locali pubblici e privati. In queste aree, l’immobiliare logistico è visto come un’opportunità per l’economia locale, con scarsa attenzione alle criticità di questo modello di sviluppo

Rapporti conflittuali nella triade partecipazione/ urbanistica/ populismo 

Negli articoli di questo numero si riflette sull’importanza di una rinnovata democrazia partecipativa capace di incidere nei processi decisionali urbanistici considerando anche i crescenti populismi. In questo primo contributo, si difende la necessità di una nuova ecourbanistica, sostenuta da una figura rinnovata di urbanista intellettuale, capace di confrontarsi criticamente con le pubbliche amministrazioni anche grazie alla democrazia partecipativa dell’associazionismo civico

La democrazia partecipativa nei processi decisionali urbanistici

Rispondendo ad alcune domande, l’autore illustra la rilevanza che dovrebbe avere nei processi decisionali urbanistici, anche in Italia, la consultazione dei cittadini nella deliberative democracy. Citando la recente esperienza in India dell’Urban Transport Project a Mumbai e la costruzione di un’autostrada di interesse intercomunale in Francia, Sabino Cassese spiega perché lo scarso ricorso alla democrazia partecipativa a livello amministrativo sia oggi un problema, anche davanti alle diverse forme di populismo che sembrano crescere in tutta Europa.