3 Maggio, 2024

Il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’abitare (PINQuA) nel PNRR

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Nella legge di bilancio 160/2019 viene introdotto il “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” (PinQua) che ha come obiettivo la riqualificazione e l’incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, la riduzione del disagio abitativo, la rigenerazione del tessuto socio-economico e la riqualificazione degli spazi e dei luoghi degradati per favorire una maggiore coesione sociale e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il tutto deve avvenire nel rispetto dei principi di sostenibilità favorendo anche la densificazione urbana onde evitare nuovo consumo di nuovo suolo.

Questo programma ricorda a grandi linee gli strumenti per la riqualificazione urbana messa in campo con i “programmi complessi” introdotti negli anni ’90: strumenti innovativi rispetto alla strumentazione urbanistica tradizionale molto orientati ad una trasformazione qualitativa dei contesti urbani o territoriali. In particolare ricorda i “Contratti di quartiere” il cui obiettivo principale era la qualità dell’abitare nei quartieri residenziali e quindi il raggiungimento di standard più elevati di vivibilità attraverso processi di trasformazione urbana ed edilizia ed azioni di intervento non solo rivolte alla dimensione fisica del contesto ma anche a quella sociale.

Riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale sono in estrema sintesi gli obiettivi delle 289 proposte PINQuA presentate (per un totale di € 4.266.644.470,29) con uno stanziamento iniziale di 853.800.000 € aumentato successivamente con 2,8 miliardi del Fondo complementare al PNRR e circa 20.000.000 € derivanti da residui 2019 e 2020. L’attenzione delle 159 proposte finanziate è rivolta alla riqualificazione non solo delle aree periferiche ma anche delle aree disagiate dal punto di vista abitativo, agli interventi sul patrimonio ERP non adeguatamente utilizzato o da riqualificare, ad interventi per il social housing e la valorizzazione degli spazi pubblici.

Nei 159 progetti finanziati 8 sono classificati come “Progetti pilota ad alto rendimento” cioè ad alto impatto strategico, orientati all’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda, e per questo finanziabili fino a 100.000.000 €. Sono interventi da guardare con interesse per la dimensione, la tipologia e la scala degli interventi, e per le risorse economiche messe in campo. Essi sono:

  • Comune di Ascoli Piceno (75.087.854 €): progetto che ha l’obiettivo di ridurre il disagio abitativo, migliorare la qualità dell’abitare e l’inclusione sociale,
  • Comune di Bari (100.000.000 €): previsti interventi infrastrutturali e di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica attraverso la creazione di nuovi spazi verdi e l’aumento di servizi nell’area in prossimità della stazione ferroviaria;
  • Comune di Brescia (42.400.155 €): progetto di rigenerazione urbana per la realizzazione di edilizia residenziale sociale (parte in affitto e parte in vendita), servizi di interesse pubblico e spazi commerciali;
  • Comune di Genova (87.000.000 €): interventi di rigenerazione urbana in centro storico che andranno a completare un piano di intervento già previsto e ad intervenire in alcune zone di cintura tra la città vecchia e quella ottocentesca;
  • Comune di Lamezia Terme (98.887.005 €): progetto di recupero di spazi residenziali per famiglie in difficoltà, ma anche interventi su viabilità e infrastrutture e servizi territoriali e di riqualificazione del lungomare;
  • Regione Lombardia (52.326.675 €): progetto di rigenerazione del quartiere di Gratosoglio con interventi di efficientamento e ricondizionamento degli alloggi, qualificazione dei servizi, e di pratiche innovative nella gestione e nel coinvolgimento degli inquilini;
  • Città metropolitana di Messina (99.607.907,24 €): progetto volto al risanamento di aree periferiche e di rigenerazione urbana soprattutto in aree ad alta densità abitativa;
  • Comune di Milano (99.998.363 €): interventi di riqualificazione dell’edilizia residenziale sociale e di rigenerazione del tessuto abitativo di quartieri periferici dove più marcato è il disagio socio-economico.

Di non minor interesse sono gli altri 151 progetti “ordinari” finanziati che aggregati per Regione restituiscono il seguente quadro (tab. 1):

Tab. 1 – Progetti PINQuA per Regione

RegioneProgetti finanziatiImporto complessivoImporto complessivo sul totale (%)
Abruzzo566.590.000,003,1
Basilicata115.000.000,000,7
Calabria689.283.984,564,1
Campania9133.933.046,816,2
Emilia Romagna12161.583.881,687,5
Friuli Venezia Giulia344.883.600,682,1
Lazio15202.499.191,049,4
Liguria689.803.840,834,1
Lombardia14197.994.126,969,1
Marche8119.753.142,705,5
Molise460.000.000,002,8
Piemonte12163.835.322,507,6
Puglia20294.192.054,3513,6
Sardegna456.528.188,902,6
Sicilia8116.013.793,245,4
Toscana11162.194.434,657,5
Umbria458.847.646,922,7
Valle d’Aosta114.957.988,090,7
Veneto8116.805.316,705,4
Totale1512.164.699.560,61100

Si noti l’ottimo risultato in alcune Regioni: la Puglia che oltre ai 20 progetti finanziati si è aggiudicata anche un progetto pilota (Comune di Bari); la Lombardia che oltre ai 14 progetti finanziati si aggiudica ben 3 progetti pilota (Comune di Brescia, Regione Lombardia e Comune di Milano); il Lazio che vede finanziati ben 15 progetti. Il Nord Italia si aggiudica complessivamente 4 progetti “pilota”, 56 progetti “ordinari” e il 38% delle risorse, il Centro 1 progetto “pilota”, 38 progetti “ordinari” e il 21,9% delle risorse e il Sud 3 progetti “pilota”, 57 progetti “ordinari” e il 40,1% delle risorse, a dimostrazione di una capacità progettuale forte ma anche di un investimento politico esplicito sull’edilizia residenziale pubblica da parte degli Enti che hanno presentato proposte e ovviamente da parte dello Stato che non solo avvia una politica sulla qualificazione dell’abitare ma fissa anche il tetto minimo del 40% di risorse da destinare al Sud e l’obbligo di finanziamento di almeno una proposta per ciascuna Regione.

Allo stato attuale siamo in fase di progettazione esecutiva e con il vincolo di spesa delle risorse entro marzo 2026 in linea cioè con la tempistica del PNRR, una scadenza più ravvicinata rispetto a quella stabilita originariamente e che imprime velocità a questa azione ormai fatta propria dal PNRR.

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