Ilaria Mariotti

Professoressa associata di Economia Urbana e Regionale presso il DAStU-Politecnico di Milano. E’ Chair e Grant Holder Representative della Cost Action 18214 “The Geography of New Working Spaces and the Impact on the Periphery” (2019-2023) e coordinatrice per il Politecnico di Milano del Progetto CORAL “Exploring the impacts of collaborative workspaces in rural and peripheral areas in the EU” Horizon 2020 - Marie Curie -ITN-2020 (2021-2024). È research fellow di c.MET05, Centro Universitario Nazionale di Economia Applicata.

Lavoro a distanza e near working: quale futuro?

La pandemia Covid-19 ha accelerato il lavoro a distanza e promosso il near working. Oggi i lavoratori della conoscenza tendono a lavorare presso la propria abitazione ma i “nuovi luoghi del lavoro” si stanno sempre più affermando come alternativa alla casa e all’ufficio. Nel 2021 il 46% degli spazi di coworking intervistati in Italia ha ospitato nomadi digitali e il 65% lavoratori a distanza. I decisori politici stanno riconoscendo il ruolo sociale di tali spazi, sia nelle grandi città come Milano, che nelle aree periferiche del Paese dove sono promossi i “presidi di comunità”.

Southworking, lavoro a distanza e nuovi luoghi del lavoro pubblici in Italia

La pubblica amministrazione ha adottato tre politiche a supporto degli spazi di coworking in Italia: le politiche del lavoro, di innovazione sociale e di sviluppo locale. La pandemia ha innescato una nuova domanda di spazi di lavoro pubblici sulla stregua delle esperienze di successo nel nord Europa. Privati cittadini hanno promosso la costituzione di ‘presidi di comunità’ ottenendo un sostegno pubblico. In questo contesto si inserisce l’Associazione di Promozione Sociale “South Working-Lavorare dal Sud” che studia e monitora i presidi di comunità come luoghi in cui stimolare l’ecosistema creativo locale e instaurare un fertile rapporto tra la comunità dei south worker e le comunità locali.

Un intervento sulla propensione al South Working 

L’articolo analizza il fenomeno del south working che si è intensificato nel periodo di pandemia Covid-19 e descrive i risultati del contributo Di Matteo et al. (2021) sulla propensione dei lavoratori palermitani (dipendenti e autonomi) fuori regione a lavorare dal Sud (south working). L’analisi si avvale dell’indagine promossa a partire dal giugno 2020 dall’Associazione di Promozione Sociale “South Working-Lavorare dal Sud” a cui hanno risposto 650 lavoratori originari di Palermo. L’analisi empirica mostra che le motivazioni in favore del south working, da parte di coloro i quali prima della pandemia da Covid-19 avevano già una certa familiarità con il lavoro a distanza, possono essere ricondotte al genere (uomo vs. donna), status coniugale (essere in una relazione vs. single), grado di istruzione (alto vs. medio-basso) e tipo di impiego (lavoratori autonomi vs. dipendenti).

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