Alessandra Milesi

Laureata in ingegneria Civile Edile, ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria Edile presso l’Università degli studi di Cagliari sul tema della città multietnica. Esperta in pianificazione e governo del territorio, svolge attività professionale e di ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR) - Università di Cagliari. I principali temi di ricerca sono legati alla pianificazione territoriale e strategica e alla sostenibilità urbana e ambientale.

Riflessioni sul riuso del patrimonio costruito, tra circolarità, energia e prossimità

Il contributo indaga sulla condizione attuale e sulle prospettive future di riuso e di riqualificazione del patrimonio costruito in un momento storico segnato dalla transizione energetica, ecologica e digitale, e riflette sulle opportunità generabili dall’azione collettiva a scala di quartiere.

Dalle caserme verdi, un approccio per la prossimità urbana

Il presente studio propone una riflessione metodologica per potenziare l’accessibilità pedonale urbana in una logica di rete flessibile, dove la ‘camminabilità’ possa diventare non soltanto momento di “scelta” possibile per un nuovo stile di vita ma, soprattutto, la base per una pianificazione orientata al modello della città di prossimità.

Articoli più letti

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

Dalla rigenerazione alla rimilitarizzazione delle ex caserme dismesse. Il caso della Caserma Trieste a Casarsa della Delizia

La storia dell’ex Caserma Trieste racconta le politiche atte a riscattare quest’area abbandonata per farne un modello utile a realtà simili. Purtroppo, nel quadro geopolitico grandemente mutato, l’importanza del confine nord-orientale italiano assume un nuovo ruolo e la retrocessione dei luoghi ex-militari alle comunità locali è più così certa.

Il progetto NEO a Gagliano Aterno

I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.