In una città dove il benessere è spesso sacrificato sull’altare della produttività, nasce Heracles Gymnasium: uno spazio ibrido nel cuore di via Padova che rompe gli schemi della palestra tradizionale per proporre un modello innovativo e integrato di educazione fisica, culturale e relazionale. In questa intervista, il fondatore Renato De Donato e la responsabile dei progetti socio-culturali Stefania Mangano raccontano la visione di questo laboratorio sociale in cui il corpo diventa veicolo di consapevolezza, inclusione e trasformazione.
Come nasce l’idea di uno spazio come Heracles e qual è l’idea alla base del progetto?
Heracles Gymnasium nasce nel 2015 dalla volontà di creare uno spazio innovativo in una metropoli dove il benessere è spesso subordinato alla produttività. In una città dinamica ma frenetica, si avverte il bisogno di un luogo che unisca movimento, cultura e relazioni. Alla base del progetto c’è l’intento di ripensare la palestra come ambiente formativo, ispirato al gymnasion greco: un luogo in cui il corpo non sia oggetto di prestazione, ma soggetto di educazione. Heracles vuole proporre un modello integrato, in cui l’allenamento fisico si accompagni alla riflessione, alla cura di sé e alla costruzione della comunità. Non solo fitness, ma anche cultura, inclusione e consapevolezza. L’obiettivo è offrire ai cittadini milanesi un’esperienza che sviluppi forza, equilibrio e senso critico, rispondendo a un bisogno crescente di spazi dove il corpo sia vissuto come risorsa educativa ed etica.
Qual è l’importanza di uno spazio del genere in un quartiere complesso come quello di via Padova?
In un quartiere complesso e vitale come via Padova, Heracles Gymnasium rappresenta un’opportunità concreta di rigenerazione culturale e sociale. Via Padova è un crocevia di storie, lingue e culture, ma anche teatro di marginalità, isolamento e conflitti. In questo contesto, uno spazio che unisce attività motoria, educazione e relazione diventa presidio di inclusione e cittadinanza. L’importanza di Heracles risiede nella sua capacità di offrire un luogo accessibile e accogliente, dove il corpo diventa veicolo di dialogo, rispetto e coesione. La palestra si propone come punto di riferimento per giovani, famiglie e anziani, contribuendo a ricostruire legami, promuovere salute e rafforzare il senso di appartenenza. In un territorio dove spesso mancano spazi di qualità, Heracles può fungere da motore di trasformazione, dimostrando che anche lo sport, se inteso come pratica educativa e culturale, può essere strumento di giustizia sociale e convivenza.
Quali servizi e attività propone lo spazio?
Heracles Gymnasium propone un’offerta ampia e integrata di servizi e attività pensate per rispondere ai bisogni diversificati della comunità. Nello spazio convivono due anime. Un’area motoria che include corsi di ginnastica funzionale, pugilato, cross training, ginnastica calistenica, scherma storica e attività a corpo libero per tutte le età. Un’area culturale che ospita Heracles Symposium, un’associazione organizzatrice di seminari, conferenze, incontri con esperti di filosofia dello sport, psicologia e pedagogia. Inoltre, è attivo un palinsesto di spettacoli teatrali, musicali e corsi di formazione.
Quali sono le principali difficoltà nel portare avanti il progetto?
La principale criticità è legata al contesto urbano milanese, segnato da un aumento del costo della vita e da una crescente frattura socioeconomica. In una metropoli che corre veloce, molte persone si trovano sopraffatte da precarietà, ansia per il futuro e ritmi di vita estenuanti. Questo clima mina la possibilità stessa di dedicarsi a momenti di riflessione, relazione e cura di sé. Il tempo libero, già ridotto, viene spesso vissuto in modo passivo o dispersivo, e l’idea di una “oziosità” attiva – nel senso nobile e antico del termine, come spazio per pensare, parlare, prendersi cura della propria interiorità – fatica a trovare ascolto. In tale contesto, diventa difficile comunicare il valore profondo del nostro progetto: far capire che Heracles non è un semplice centro fitness, ma un luogo di formazione, benessere e umanizzazione, richiede tempo, fiducia e un cambio di paradigma culturale non immediato.
Cosa vi ha spinto ad iscrivervi alla Rete Spazi Ibridi della Città di Milano e qual è il valore aggiunto del farne parte?
Per Heracles, la Rete Spazi Ibridi rappresenta il coronamento di un impegno per la costruzione di una Milano più coesa e collaborativa, proprio a partire dai quei luoghi che condividono pratiche e processi di cura delle comunità che li ospitano.
I momenti di confronto facilitati dal Comune di Milano rappresentano un’occasione preziosa di crescita e ascolto reciproco, dove emerge tutto l’amore e il senso di urgenza necessari per continuare a immaginare nuovi modelli di aggregazione fruizione culturale e sportiva il più possibile inclusiva, partecipativa e multiforme.
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