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Il lavoro di comunità come scelta strategica e leva di sviluppo

Gli Enti di Terzo Settore, in quanto soggetti che perseguono l’interesse generale, devono avere chiaro che il lavoro di comunità è una scelta politica da cui dipende la qualità della vita di una comunità e che richiede il coinvolgimento di singoli, famiglie, gruppi sociali, PA, imprenditori. Una scelta strategica se si vuole ripartire dalle persone e dalla loro capacità di generare valore sociale e rapporti di mutualità territoriale per un nuovo welfare, ma anche un’opportunità per lo sviluppo locale.

Un welfare su misura per le aree demograficamente rarefatte

Le trasformazioni demografiche in atto in Italia hanno già, e avranno in un futuro molto vicino, importanti ricadute sulla coesione sociale. Richiedono attente valutazioni nel campo delle politiche di welfare e percorsi sperimentali da avviare in tempi rapidi. Perché non iniziare dai contesti territoriali in cui la presenza umana si è ridotta più marcatamente, nelle aree interne contrassegnate dalla rarefazione demografica? Servono un approccio place based e uno sguardo che fa del margine un osservatorio privilegiato per l’analisi di questioni che riguardano l’intero Paese.

Se un paese cerca una strada, tra economia paziente, spopolamento ed energie da non sprecare. 

Un paese della Puglia riflette su come contrastare fenomeni di spopolamento ormai comuni a tanta parte dell’Italia, si misura con un paese vicino, caso di successo di quella che Paolo Manfredi nel suo libro “L’eccellenza non basta” chiama “economia paziente”. Il contrasto allo smottamento demografico, economico e immobiliare di tanta parte delle aree interne non si risolve con Grandi Piani, ma con un paziente lavoro di coltivazione e accompagnamento di progettualità ed energie sparute e sopite, senza sprecare nulla, perché anche piccoli progetti possono avere impatti significativi.

Il progetto “Valli Resilienti”: un’esperienza intersettoriale di rigenerazione delle aree interne in Regione Lombardia

Il progetto “Valli Resilienti”, cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del programma “AttivAree” (2016-2019), si è proposto di promuovere lo sviluppo locale con un approccio intersettoriale volto a potenziare le risorse ambientali, economiche, sociali e culturali, nonché i legami di collaborazione, solidarietà e accoglienza dei territori della Valle Trompia e della Valle Sabbia. Le attività, guidate dalla Comunità Montana di Valle Trompia e sviluppate da un ampio partenariato costituito da enti istituzionali e del terzo settore, hanno cercato di stimolare la rigenerazione del territorio favorendo la sinergia tra le varie realtà identitarie locali.

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La sfida dei comuni italiani: trattenere, attrarre e spendere

Nel 2023 il personale dei comuni italiani è calato del 28,7% rispetto al 2007, toccando 341.659 unità. Nonostante una leggera ripresa attesa nel 2024, IFEL prevede l’uscita di circa 165.000 dipendenti entro sette anni, pari al 48% dell’organico attuale, tra pensionamenti e dimissioni. Una perdita rilevante per enti locali sempre più centrali nella gestione degli investimenti pubblici, dal PNRR alla nuova programmazione dei fondi europei 2021-2027

Attrattività e talent retention: quo vadis DL PA?

Il 7 maggio 2025 il Senato ha approvato in via definitiva il Ddl di conversione del DL PA, definito dal ministro Zangrillo una “rivoluzione organizzativa silenziosa”. Il provvedimento introduce novità sul reclutamento e sul rafforzamento del concorso pubblico, ma non affronta due criticità decisive: la scarsa attrattività della PA e l’alto tasso di abbandono. Nei comuni si rischia la perdita del 48% del personale entro il 2031

La formazione pubblica come generatore di valore

La Direttiva del 14 gennaio 2025 introduce un cambiamento culturale e normativo nella formazione della PA, trasformandola in leva strategica per la valorizzazione delle persone e la produzione di valore pubblico. L’obbligo delle 40 ore annue per ciascun dipendente sancisce un diritto-dovere all’apprendimento continuo, ma pone anche sfide operative e di sistema. La formazione, per essere efficace, deve integrarsi con percorsi di carriera e sistemi di valorizzazione

PNRR e competenze nella PA: i numeri di una transizione decisiva

Le transizioni digitale, ecologica, amministrativa e sociale richiedono nuove competenze e approcci organizzativi. La formazione non è solo trasmissione di saperi, ma sviluppo di capacità adattive in contesti complessi. Il report IFEL evidenzia gap formativi soprattutto nelle aree legate alla sostenibilità, digitalizzazione avanzata e gestione integrata delle politiche pubbliche, sottolineando l’importanza di una formazione flessibile e integrata per guidare il cambiamento nella PA

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