Marina Arena

Professoressa associata di Tecnica e Pianificazione urbanistica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Messina. Si occupa di territorio e paesaggio, processi partecipativi e rigenerazione urbana, con particolare riferimento agli spazi collettivi e ai beni comuni. È Componente del CRU - Consiglio Regionale dell’Urbanistica della Regione Sicilia (2016-2020); membro del comitato scientifico dell’“Osservatorio sui Beni Comuni” coordinato da ANCI e sostenuto da Fondazione Con il Sud; membro del comitato scientifico della Fondazione Horcynus Orca e del comitato editoriale della Messina University Press.

Welfare di comunità e rigenerazione del capitale sociale nell’ex Forte Petrazza

L’esperienza di Fondazione di Comunità di Messina viene qui presentata per il modello di recupero applicato all’ex Forte Petrazza trasformato in parco sociale. Il manufatto difensivo, per anni in mano alla criminalità locale, oggi si propone come presidio culturale e sociale e rappresenta uno dei poli del progetto Capacity (Bando periferie 2016).

Articoli più letti

I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

PNRR e sviluppo locale: approcci e prospettive

Il PNRR è un’opportunità per l’Italia per le risorse economiche che mette in campo ma anche per la valenza strategica adottata e coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo. Diverse le questioni alle quali porre attenzione in fase attuativa per le ricadute e gli impatti che avranno su città e territori, alcune esaminate in questo numero.

Il progetto NEO a Gagliano Aterno

I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.

Uno sguardo di genere sulla città

L’urbanistica di genere è una disciplina che si propone di pianificare le città includendo le differenze di bisogni e necessità tra i generi, contribuendo a migliorare la vita quotidiana di quei soggetti che la pianificazione urbana ha storicamente omesso. È una pratica che permette di riscontrare come le città siano la rappresentazione concreta delle disparità tra i generi che caratterizzano la nostra società.