Gianfranco Franz

Architetto e pianificatore, professore ordinario di Politiche per la Sostenibilità e lo Sviluppo Locale al Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione dell’Università di Ferrara. Ha una vasta esperienza in politiche e pratiche di sostenibilità, sviluppo locale e pianificazione spaziale strategica, con progetti in diverse nazioni come Italia, Brasile, Argentina, Cile, Uruguay e Vietnam. È stato coordinatore del master internazionale di II livello EcoPolis dal 2003 al 2015 e ha fondato la Rete Universitaria Internazionale "Routes towards Sustainability" per l'ateneo estense. Nel 2022, è stata pubblicata la sua monografia "L’Umanità a un bivio". Il dilemma della sostenibilità a trent’anni da Rio de Janeiro" edita da Mimesis.

Una difesa critica della spiaggia all’italiana

L'applicazione della Direttiva "Bolkenstein" è dannosa per le peculiarità locali, favorendo una competizione asimmetrica e la concentrazione di grandi gruppi finanziari. È necessaria una negoziazione collaborativa tra Stato, Regioni, Comuni e le categorie produttive per valorizzare il settore e rigenerare le spiagge italiane, coinvolgendo gli operatori turistici e incentivando gli investimenti per preservare il patrimonio comune, come accaduto nel Parco del Mare a Rimini.

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I vantaggi economici e sociali del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane

Il reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è da anni oggetto di riflessione e costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. L’insediamento e la crescita di imprese nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato sono perseguiti allo scopo di contribuire al rilancio del ceto medio correlato a nuovi processi di rigenerazione. Tale tematica chiama in causa il rapporto fra aree urbane e territori produttivi che nel caso di Milano suggerisce nuove forme di divisione del lavoro fra il capoluogo lombardo e il Made in Italy su scala nazionale.

Una Call per gli Autori

La rivista è aperta a coloro che ritengono di avere un contributo da offrire al dibattito. La collaborazione avviene promuovendo articoli di carattere puntuale e/o gruppi di articoli coordinati su un tema. I contributi hanno una lunghezza compresa tra quattro e seimila caratteri. Per ogni richiesta di approfondimento: info@dite-aisre.it

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

Il progetto NEO a Gagliano Aterno

I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.

Uno sguardo di genere sulla città

L’urbanistica di genere è una disciplina che si propone di pianificare le città includendo le differenze di bisogni e necessità tra i generi, contribuendo a migliorare la vita quotidiana di quei soggetti che la pianificazione urbana ha storicamente omesso. È una pratica che permette di riscontrare come le città siano la rappresentazione concreta delle disparità tra i generi che caratterizzano la nostra società.