OCA, l’Osservatorio Casa Abbordabile di Milano metropolitana, affronta il tema di ricerca dell’abbordabilità, traduzione originale in italiano del termine affordability impiegato nella letteratura internazionale. Con abbordabilità facciamo riferimento alla capacità di persone e famiglie di accedere e mantenere un’abitazione in determinati contesti urbani, primariamente in riferimento alla relazione tra costi abitativi e capacità economica garantita dal proprio reddito.
L’attività di ricerca di OCA ha il suo perno nella misurazione dell’abbordabilità, il confronto tra costi per accedere all’abitazione e redditi. L’analisi comparativa delle tendenze di crescita marcata di prezzi e affitti residenziali rispetto alla sostanziale stagnazione di redditi e retribuzioni – soprattutto per le qualifiche più basse – restituisce un aumento serrato della forbice tra costi abitativi e disponibilità economica di persone e famiglie. La forbice tra costi abitativi e redditi-salari ci fa pensare che Milano si stia allontanando dall’essere una città per lavoratori.
I dati elaborati da OCA danno il senso delle criticità correnti nell’accesso alla casa a Milano a fronte delle condizioni offerte dal mercato del lavoro. Ampie categorie di lavoratori a basso reddito della città sono in difficoltà nel trovare casa a costi accessibili. Si tratta di un fenomeno da studiare ed analizzare.
La povertà alimentare cresce anche nei paesi sviluppati, spinta da disuguaglianze di reddito, disoccupazione, infrastrutture carenti e aumento dei prezzi, e aggrava le disuguaglianze sociali. Spesso si allevia con la distribuzione di pacchi alimentari ad opera di associazioni di volontariato. Tuttavia, questo aiuto non può più essere solo materiale: implica relazione, ascolto e conoscenza dei bisogni. La food charity propone un modello che rimette al centro la persona e sollecita un ripensamento del welfare, della logistica e del coordinamento tra istituzioni e associazioni.
In Italia, l'insicurezza alimentare è una forma significativa di disuguaglianza, aggravata da difficoltà economiche. Nel 2023, circa 2,9 milioni di persone hanno ricevuto aiuti alimentari, con una predominanza di donne e migranti nel centro-nord. La “filiera solidale” distribuisce principalmente pacchi alimentari, ma persistono disparità nella rete di assistenza. È urgente promuovere politiche pubbliche più inclusive, soprattutto in un contesto di crescente inflazione e crisi climatica, per garantire un accesso equo a cibi nutrienti e sostenibili.
La sicurezza alimentare è un diritto umano fondamentale, ma l'insicurezza alimentare persiste in Italia, dove milioni di persone necessitano di assistenza, un problema esacerbato dalla pandemia. Le organizzazioni solidali territoriali operano attraverso la distribuzione pubblica di alimenti e le donazioni private. Gli studi mostrano una concentrazione significativa di solidarietà nel centro di Roma, mentre le periferie, più bisognose, sono servite in modo disperso. Un migliore coordinamento e una distribuzione più equa delle risorse potrebbero migliorare l'efficacia degli interventi contro la povertà alimentare
Negli ultimi quindici anni, la povertà assoluta in Italia è più che raddoppiata, colpendo minori e famiglie vulnerabili. La rete Caritas svolge un ruolo cruciale nell’affrontare quest’emergenza, offrendo supporto oltre la semplice distribuzione di cibo. La pandemia di COVID-19 ha incrementato le richieste di aiuto, stimolando anche innovazioni nei servizi di assistenza alimentare. In Emilia-Romagna, le Caritas hanno creato centri di distribuzione temporanei e potenziato le consegne a domicilio, promuovendo collaborazioni tra istituzioni e associazioni. Sono emersi empori solidali e progetti di utilità collettiva che rinforzano il capitale sociale e favoriscono relazioni comunitarie, dimostrando come la crisi possa rappresentare un'opportunità per costruire un welfare più partecipativo e inclusivo.
Negli ultimi anni, l'agricoltura sociale (AS) si è affermata come strumento chiave per l'inclusione e il reinserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati, inclusi i detenuti. Questo approccio promuove formazione, responsabilità e coesione sociale, affrontando le sfide della povertà. In Italia, la Legge 141/2015 sostiene queste iniziative tramite incentivi per cooperative sociali. Il progetto “Libere Tenerezze” nel carcere di Ragusa dimostra come l'agricoltura possa migliorare l'autostima dei detenuti e creare un collegamento con la comunità esterna, promuovendo inclusione e solidarietà