Partendo dalla promozione del turismo e dall’implementazione di mega-progetti di trasformazione urbana, alcune riflessioni e contraddizioni che caratterizzano lo sviluppo urbano, tra obiettivi mirati ad aumentare la competitività dei territori e a rispondere ai bisogni reali locali. Lo scopo finale è far emergere alcune questioni generali che interrogano la capacità delle politiche e della Politica di governare lo sviluppo a partire dai territori.
Durante la pandemia, il settore del turismo ha vissuto tre fasi: il fermo improvviso, poi un breve periodo nel quale ha considerato il lockdown come un’opportunità per riformarsi in maniera sostenibile, ed infine la ripartenza tornando a correre più veloce di prima, con un impatto spesso pesante e disomogeneo sui territori turistici. Oggi, al settore turistico italiano manca ancora quella capacità di governo e di coordinamento delle destinazioni che la complessità del prodotto turistico rende necessaria.
Alla luce del ritardo della disciplina che regola lo spazio demaniale di quanto sia necessaria una revisione degli strumenti di pianificazione comunali, la “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021” porta l'Italia più vicina agli standard europei e ci costringe a fare i conti con il nostro senso civico nel rispetto delle leggi. Ma in attesa dei decreti legislativi che cosa succede? Si fa riferimento a due casi di cronaca: il Jova Beach Party sulla spiaggia di Casabianca e il Piano delle coste del Comune di Salve (LE).
La Direttiva 2006/123/CE, cosiddetta Bolkenstein, “liberalizza” l’esercizio delle attività economiche con forti ripercussioni sulla regolamentazione italiana nel rilascio delle concessioni demaniali a finalità turistico-ricreative a operatori economici privati. Riflettere sul futuro delle coste implica aprire una discussione profonda e articolata capace di oltrepassare questioni specifiche e di svelare nuove potenzialità di vasti territori.
L’articolo argomenta le ragioni di un rinnovato interesse teorico e pratico nei confronti dell’osservazione e dell’interpretazione dei processi di pianificazione, in un contesto di grande incertezza, debolezza delle istituzioni e insieme nuova rilevanza delle strategie pubbliche di programmazione e pianificazione degli investimenti. L’articolo giustifica inoltre la strategia di indagine che mi ha portato a risalire al pensiero e alle intuizioni di tre straordinari maestri del XX secolo: Ivan Illich, Albert Hirschman e Charles Lindblom.
Il libro "Gli irregolari. Suggestioni da Ivan Illich, Albert Hirschman e Charles Lindblom per la pianificazione a venire" di Gabriele Pasqui esamina politiche pubbliche e azione pubblica attuali. Si affronta l'efficacia nell'azione pubblica, criticando la deriva tecnocratica e sottolineando l'importanza del conflitto e dell'interazione partigiana nella pianificazione e nelle priorità. Esplora l'intelligenza delle istituzioni e la gestione dell'incertezza sociale, utilizzando diversi pensieri per sviluppare una visione critica e prospettive nuove
Il libro propone un nuovo approccio alla pianificazione territoriale: processuale e strategico, con comunicazione plurale delle conoscenze, pensiero divergente e coinvolgimento pubblico. Promuove approcci e metodologie diverse, il pluralismo come base per la democrazia e la governance, l'innovazione pubblica e la co-produzione come strumenti di trasformazione istituzionale e culturale. Invita a politizzare l'azione pubblica, collegandola alle pratiche quotidiane e al potere. Il planner è visto come un professionista riflessivo, la pianificazione come opportunità di intervento e apprendimento
Il libro esplora la pianificazione territoriale come strumento per ridefinire politica e azione pubblica. Sottolinea la comunicazione plurale delle conoscenze, la dimensione politica e il pensiero divergente. Promuove il ruolo del pubblico e dell'azione pubblica, analizzando approcci e metodologie diverse e difendendo il pluralismo come base per la democrazia e la governance. Interroga l'inclusione di tali insegnamenti nella formazione universitaria italiana in pianificazione e governo
I comuni italiani sono direttamente coinvolti nell’attuazione del PNRR e della nuova politica di coesione: in base alle stime dell’ANCI i comuni saranno destinatari di circa 40 miliardi di euro da spendere entro il 2026, ai quali si andranno a sommare, secondo le proiezioni IFEL, 10 miliardi di euro della politica di coesione 2021-2027. Una nuova stagione di risorse aggiuntive importante, specialmente se confrontata con la media di 9,8 miliardi di euro annui investiti dai comuni nell’ultimo periodo.