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La spesa dei comuni per i servizi sociali: trend e divari territoriali

L'analisi del 2021 sui Conti Pubblici Territoriali mostra che l'Italia investe consistentemente in sanità e servizi sociali, con una spesa media di 2.179€ per la sanità e 1.474€ per interventi sociali pro capite. Nel 2020, i comuni hanno destinato 7,85 miliardi di euro, lo 0,47% del PIL, ai servizi sociali, con un aumento del 4,3% rispetto al 2019. Le disparità regionali sono evidenti, con il Nord che supera il Mezzogiorno. Il 36% della spesa comunale va agli interventi diretti, il 32% alle strutture e il 31% ai trasferimenti in denaro, con un notevole aumento nel 2020. Si notano aumenti nella spesa per povertà e disagio, ma preoccupa il calo degli investimenti per gli anziani, nonostante l'invecchiamento della popolazione.

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Strategie per le aree interne: tra retorica del declino e infrastrutturazione comunitaria

Le aree interne italiane si trovano al centro di una contraddizione: considerate marginali dal nuovo PSNAI, mostrano invece segnali concreti di vitalità e innovazione. Non è il territorio a essere fragile, ma le politiche che lo attraversano. In opposizione a visioni tecnocratiche e assistenziali, emergono pratiche di rigenerazione fondate su comunità attive, governance plurale e nuovi modelli istituzionali capaci di generare sviluppo dal basso. La sfida è passare dal governo dei fondi alla governance delle comunità.

Distanti ma vibranti. La capacità dei luoghi di adattarsi alla perifericità

In anni recenti molti esponenti del mondo accademico e tra i policy makers si sono schierati contro la narrazione dominante che le zone marginali siano destinate ad un inesorabile destino di abbandono e lenta scomparsa. Esistono in realtà alcuni territori, che abbiamo definito ‘vibranti’, capaci di resistere alla tendenza allo spopolamento adattandosi alla loro perifericità. Comprendere quali siano gli elementi esogeni, o quali le risorse endogene su cui hanno fatto perno, diviene un importante fattore di conoscenza per chi ha la responsabilità di proporre strumenti per promuovere la coesione territoriale e ridurre le disparità territoriali.

Il progetto NEO a Gagliano Aterno

I piccoli paesi appenninici ribollono di complessità e divengono luoghi fertili per territorializzare alternative culturali e socioeconomiche in tempi di transizione ecologica ed energetica. La dimensione di scala, i vuoti relativi e la posizione decentrata rispetto ai grandi centri antropizzati facilitano tali ambizioni. Attraverso la formazione di operatori di comunità, facilitatori territoriali e neo-popolamento si sperimentano trasformazioni ideologiche e materiali in spazi fragili e marginalizzati sul campo attraverso diversi progetti.

Xfarm agricoltura prossima a San Vito dei Normanni

A San Vito dei Normanni, stiamo trasformando 50 ettari di terre confiscate alla criminalità organizzata in un’azienda agricola, ecologica e sociale capace di generare lavoro, benessere per la comunità e miglioramento dell’ecosistema. Rigeneriamo il suolo, promuoviamo economia circolare, aumentiamo la biodiversità, offriamo prodotti agricoli di qualità, favoriamo inserimenti socio-lavorativi, organizziamo eventi comunitari, sosteniamo la formazione tecnica e la ricerca scientifica, accompagniamo progetti agricoli promossi da giovani del nostro territorio. In tanti e tante, stiamo costruendo un originale hub rurale che vuole contribuire allo sviluppo locale dell’Alto Salento.

Se i giovani diventano protagonisti della rigenerazione dei territori

Due progetti avviati da Fondazione Riusiamo l’Italia in Basilicata nel 2022 per sperimentare nei territori rurali del Mezzogiorno metodi e approcci sul riuso creativo, temporaneo e partecipato. Il primo progetto denominato “Mappa delle opportunità ritrovate” è attuato per conto del GAL Cittadella del Sapere consiste in un processo di mappatura del patrimonio dismesso o sottoutilizzato. Il secondo progetto intitolato “Next Generation - Sant’Arcangelo Hub Giovani” ha lo scopo di valorizzare il talento e le competenze di giovani che possano supportare progetti di innovazione in campo sociale, culturale, ambientale e turistico. Le due esperienze definiscono un approccio ad alta vocazione generativa che richiede limitate risorse di adattamento sulle “cose” e maggiori investimenti sulle persone e sulle comunità, sul loro empowerment e sulla propensione a costruire nuovi modelli di sviluppo durevole e sostenibile.