Seguendo allo stesso tempo l’evoluzione del dibattito e il percorso personale dell’autore, “Abitare il vortice” esemplifica efficacemente la necessità di guardare oltre le forme che la città assume per indagare i processi che tali forme producono, a partire da alcuni interrogativi finalmente divenuti centrali ma in larga parte irrisolti: come si produce ‘valore’ nella città e nell’economia urbana contemporanea? Chi lo produce, e chi se ne appropria? Di chi è la città? E come fare per riappropriarsene?
Trenta anni fa si afferma in Italia un’idea di urbanistica contrattuale/consensuale, insieme ad un’idea di piano urbanistico generale, disarticolata in un complesso di regole per trasformazioni minute della città esistente e nella definizione ex-ante di alcuni indirizzi per gli ambiti di ristrutturazione urbanistica intensiva. Con la necessaria distanza temporale, si osservano non solo le buone ragioni ma anche i risultati deludenti di questa modalità dell’azione urbanistica e la sua attiva partecipazione a una delle peggiori stagioni del governo del territorio del nostro Paese
Il testo prende in esame sei lezioni apprese dalle presentazioni di Abitare il Vortice nelle città italiane nel 2023. 1) L’abitare si è posto ovunque al centro della discussione sulle città, e non se ne andrà 2) Il cambio di passo nella lotta alla gentrificazione 3) L’egemonia incontrastata dell’overtourism 4) C’è una domanda sempre più diffusa di città 5) C’è una sete enorme di sapere pubblico e condiviso sulla città 6) C’è una domanda pervasiva di nuovi immaginari urbani.
Seguendo allo stesso tempo l’evoluzione del dibattito e il percorso personale dell’autore, “Abitare il vortice” esemplifica efficacemente la necessità di guardare oltre le forme che la città assume per indagare i processi che tali forme producono, a partire da alcuni interrogativi finalmente divenuti centrali ma in larga parte irrisolti: come si produce ‘valore’ nella città e nell’economia urbana contemporanea? Chi lo produce, e chi se ne appropria? Di chi è la città? E come fare per riappropriarsene?
Il libro di Niessen offre una profonda analisi della società urbana contemporanea, esplorandone alcuni processi chiave a partire da un insieme molto organico composto da piccole storie e grandi sistemi, dettagli e sguardi d’insieme, storie e aneddoti. L’autore ci invita a riflettere sul significato di cultura, sulle forze che mettono la nostra vita sociale in pericolo ma offre anche gli strumenti da mettere in campo per riprendersi la città.
Nel suo Abitare il vortice Bertram Niessen analizza criticamente la realtà della città contemporanea, interessata da processi sempre più spinti di finanziarizzazione, gentrificazione e turistificazione, e ciononostante ancora capace di produrre nuove spazialità e pratiche collettive di dissenso. Dalla sua lettura sembra emergere una evidente dualità: quella tra città “concepita”, plasmata dalle amministrazioni, dal capitale finanziario e dal city branding, e città “praticata”, animata dai movimenti dal basso e da una cultura diffusa che apre costantemente a nuovi modi di fare comunità.
In Italia, la maggior parte delle spiagge è trattata come una risorsa commerciale anziché come un bene pubblico. Questo approccio ha condotto a una massiccia privatizzazione delle spiagge, soprattutto nelle zone con alta domanda sociale. Inoltre, ha trasformato una questione legata alla gestione di beni collettivi in un dibattito incentrato sul rinnovo delle concessioni o sulle loro aste. La gestione delle spiagge dovrebbe invece prioritariamente rispondere alle necessità della società, garantendo l'accesso gratuito e considerando anche gli aspetti ecologici. Questo potrebbe essere realizzato tramite una graduale riduzione delle concessioni nelle regioni con elevata richiesta e una ridefinizione delle tariffe per assicurare l'accessibilità per tutti.