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Le ZES della Campania: il contributo allo sviluppo tra economia e infrastrutture

Le Zone Economiche Speciali, lanciate dalla Regione Campania nel 2018, sono uno strumento tutt’ora in vigore benché ancora in fase di sperimentazione. Mentre negli altri paesi le ZES hanno avuto notevoli effetti positivi, tra cui si annoverano benefici in termini economici nonché produttivi, in Italia data la breve esistenza delle ZES non si è ancora in grado di comprenderne esternalità e prospettive di sviluppo. Sicuramente la macchina che muove lo sviluppo delle ZES è amministrativa, poiché tali aree nascono come zone per incentivare la produttività tramite strumenti di agevolazione fiscale. L’obiettivo di questo articolo è di integrare le ZES non solo come strumenti di governance ma anche con la pianificazione strategica di infrastruttura di trasporti e territoriale, fornendo un quadro conoscitivo sui possibili impatti delle ZES sul territorio, sui possibili investimenti, incentivi fiscali.

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Rapporti conflittuali nella triade partecipazione/ urbanistica/ populismo 

Negli articoli di questo numero si riflette sull’importanza di una rinnovata democrazia partecipativa capace di incidere nei processi decisionali urbanistici considerando anche i crescenti populismi. In questo primo contributo, si difende la necessità di una nuova ecourbanistica, sostenuta da una figura rinnovata di urbanista intellettuale, capace di confrontarsi criticamente con le pubbliche amministrazioni anche grazie alla democrazia partecipativa dell’associazionismo civico

Sulla democrazia partecipativa nei processi decisionali urbanistici

Rispondendo ad alcune domande, l’autore illustra la rilevanza che dovrebbe avere nei processi decisionali urbanistici, anche in Italia, la consultazione dei cittadini nella deliberative democracy. Citando la recente esperienza in India dell’Urban Transport Project a Mumbai e la costruzione di un’autostrada di interesse intercomunale in Francia, Sabino Cassese spiega perché lo scarso ricorso alla democrazia partecipativa a livello amministrativo sia oggi un problema, anche davanti alle diverse forme di populismo che sembrano crescere in tutta Europa.

Attualità delle procedure partecipative di Giancarlo De Carlo 

Credendo nell’importanza della partecipazione anche per l’attuale urbanistica e nella validità ancora oggi dell’insegnamento del suo maestro a riguardo, Franco Mancuso ricorda due procedure partecipative che ha vissuto con G. De Carlo, entrambe caratterizzate dalla sua fiducia nella partecipazione come momento essenziale di ogni processo di progettazione. La prima alla fine degli anni Cinquanta per la redazione del Piano Regolatore di Urbino e la seconda all’inizio degli anni Settanta per la progettazione del villaggio Matteotti a Terni.

Rallentare, venticinque anni dopo. Partecipazione, conoscenze, populismo

A venticinque anni dalla pubblicazione, la rilettura del saggio di Paolo Fareri Rallentare costituisce un’occasione importante per riflettere sulle contraddizioni e sulle ambiguità dei processi partecipativi nella pianificazione urbanistica e nelle politiche urbane, sul crinale tra processi di istituzionalizzazione e depoliticizzazione delle pratiche partecipative e indebolimento della democrazia locale connesso all’emergere delle nuove forme di populismo.

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