10 Ottobre, 2024

La ZES Campania, a che punto siamo?

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La normativa italiana – disciplinata dal decreto-legge n. 91 del 2017, convertito con Legge n. 123/2017, nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno – definisce le ZES come “zone geograficamente delimitate e chiaramente identificate, situate entro i confini dello Stato, costituite anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale”.

Con il DPCM n. 12, del 25 gennaio 2012, è stato adottato il Regolamento per l’istituzione delle ZES che ha stabilitole modalità di individuazione di queste tramite una concertazione tra Governo e Regione interessata. In particolare, le aree sono istituite su proposta delle Regioni interessate ed il governo ne cura le modalità di istituzione, la durata, i criteri generali per la delimitazione, nonché l’accesso e la tipologia di benefici previsti. Sulla base della suddetta disciplina, sono state istituite otto ZES (Abruzzo, Calabria, Campania, Ionica interregionale Puglia-Basilicata, Adriatica interregionale Puglia-Molise, Sicilia Orientale, Sicilia Occidentale e Sardegna).

Focalizzando l’attenzione sulla Campania, il percorso di individuazione è partito dall’identificazione delle principali aree industriali e logistiche della regione connesse ai porti di Napoli, Salerno e Castellammare. La selezione è stata effettuata con una logica di promozione dei nessi tra i porti e le aree retroportuali, non tanto come continuità spaziale ma piuttosto come legame economico-funzionale. Questa scelta strategica ha visto prevalere le direttrici strategiche sulla logica di espansione territoriale omogenea.

La selezione delle aree così effettuata ha offerto l’opportunità a tutto il territorio di cogliere le possibilità insite nello strumento della ZES, attraverso la rappresentazione dei settori di punta e delle loro connessioni con gli sbocchi portuali.

In tale contesto, le aree selezionate si caratterizzano per una buona (o potenzialmente buona) dotazione infrastrutturale, potendo, quindi, risultare più attrattive e consentendo tempi più rapidi per la localizzazione di nuove imprese e lo sviluppo di quelle esistenti. Nell’ambito degli interventi sulle infrastrutture di collegamento, è stato ritenuto necessario identificare, tra i possibili interventi, la realizzazione o riqualificazione di raccordi stradali tra gli agglomerati produttivi e industriali più rilevanti delle Regione, gli interporti e le aree portuali, prestando attenzione ai collegamenti con le Aree di Sviluppo Industriale.

La Campania ha individuato 30 aree: più del 70% delle aree ZES sono localizzate presso gli agglomerati industriali gestiti dai Consorzi ASI e gli agglomerati industriali localizzati nelle aree interne, mentre la restante parte riguarda le aree portuali ed interportuali.

Mentre questi ultimi sono caratterizzati da una lunga tradizione di localizzazione d’impresa e da un’adeguata dotazione infrastrutturale, oltre che da una naturale vocazione all’attrazione d’investimenti sia greenfield– basati sulla creazione di strutture ex novo – che brownfield– quando le attività conseguenti l’investimento avvengono in strutture già esistenti, gli agglomerati industriali localizzati nelle aree interne soffrono una (più o meno marcata) carenza di connessioni al sistema portuale. Rappresentando i territori maggiormente colpiti dalla crisi industriale, l’inserimento di questi ultimi nell’area ZES può rappresentare un’opportunità in termini sia di rafforzamento dei collegamenti infrastrutturali con il sistema logistico campano che di rilancio del tessuto industriale. Le trenta aree costituenti la ZES Campania sono elencate nella Tabella seguente:

Tabella 1 – Elenco delle aree costituenti la ZES Campania.

In particolare:

  • le aree industriali dell’Agro-Nocerino-Sarnese (area PIP di Nocera e Sarno) evidenziano coerenza con i settori di punta della politica di sviluppo regionale (agroalimentare);
  • la zona industriale di Castel S. Giorgio è un’area pubblica dismessa che rappresenta un’opportunità per la localizzazione di un nuovo programma di investimento, nonché per un intervento di riqualificazione e riconversione di un territorio con buone infrastrutture di collegamento;
  • l’area PIP per la cantieristica nautica del comune di Salerno è adiacente all’agglomerato industriale dell’ASI di Salerno e presenta ottime di opportunità di sviluppo in termini di dotazione infrastrutturale, di disponibilità di aree libere per la realizzazione di nuovi investimenti produttivi e, infine, di localizzazione lungo la costa;
  • l’area est di Napoli e Bagnoli rappresentano aree strategiche in termini localizzativi e di contiguità con il porto di Napoli;

I contesti sociali ed economici definiti potrebbero giovare dei benefici indotti da una politica disviluppo concordata con gli enti amministrativi coinvolti e dall’efficientamento delle stesse realtà logistiche, azione che può essere garantita dalla governance della ZES, coniugando lo sviluppoeconomicoconlosvilupposocialeeurbanisticodelleareecoinvolte.

Ad oggi, la ZES Campania ha registrato una notevole propulsione delle attività di sostegno e promozione dell’imprenditoria e dello sviluppo locale. Infatti, un anno dopo la nomina del nuovo commissario alla ZES e con l’avvio delle procedure di semplificazione previste dalle riforme introdotte dal PNRR, la ZES Campania ha iniziato a funzionare in maniera efficiente. Al 2023, risultano accettate sedici domande di imprese che intendono stabilirsi nelle varie aree del territorio regionale che rientrano nella ZES, per un totale di circa 120 milioni di investimenti previsti e da realizzarsi. La maggior parte di queste domande proviene da imprese locali, cui si affianca l’interessamento di imprese operanti, in origine, in altre aree del Paese e di multinazionali, come la Novartis, già da tempo presente in altre aree della regione. Sono, poi, state avviate a reindustrializzazione, tramite apposita gara da parte, l’agglomerato Nola-Marigliano e l’ex stabilimento Whirpool.

A questi interventi già autorizzati si affiancano circa 50 domande già presentate ed in fase di analisi, sintomo di un forte interesse del tessuto produttivo nazionale ed internazionale per le scelte strategiche adottate ed in fase di attuazione.

Figura 1 – Interporto Campano (Nola, Provincia di Napoli; ZES Campania)

Ulteriori approfondimenti:

Regione Campania (2019), Piano di Sviluppo Strategico della Zona Economica Speciale della Campania. 

Sole 24 ore, 12 marzo 2023: “Napoli aggancia il passo di crescita del Paese, tornano gli investimenti”. 

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