La sicurezza alimentare, definita al Vertice Mondiale sull’Alimentazione del 1996, è un diritto umano fondamentale che include l’accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per tutti gli individui in ogni momento, essenziale per una vita sana e attiva. Nonostante i progressi compiuti, la persistente insicurezza alimentare rimane un paradosso sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli a capitalismo avanzato. Questa sfida globale ha impatti significativi sulla salute, sull’economia e sul benessere sociale. La gestione efficace dell’insicurezza alimentare richiede un approccio di governance multilivello coordinato, che integri politiche a livello globale, nazionale e locale.
In Italia, si osserva un preoccupante aumento dell’insicurezza alimentare, principalmente attribuibile alla diminuzione del potere d’acquisto dei redditi. Dati statistici rivelano che 1,9 milioni di famiglie, pari a circa 5,6 milioni di individui (9,4%), vivono in povertà assoluta. L’eredità della pandemia di Covid-19 ha ulteriormente esacerbato questa situazione, portando il numero di persone bisognose di assistenza alimentare in Italia a 2,9 milioni nel 2021. La situazione a Roma, la città più grande e popolata del paese, rappresenta un microcosmo di questa crisi. Secondo i rapporti dell’Osservatorio sull’Insicurezza Alimentare e la Povertà a Roma – un centro di ricerca che si occupa del fenomeno e che ha dato luogo anche al presente lavoro – , l’insicurezza alimentare moderata o grave ha colpito il 7,3% dei residenti tra il 2021 e il 2023.
Nei paesi occidentali, i governi hanno tradizionalmente impiegato un sistema ibrido di lotta alla povertà, combinando servizi sociali pubblici con organizzazioni caritatevoli. Questo approccio si è evoluto in risposta a misure di austerità, crisi economiche e l’ascesa del neoliberismo. Numerosi studiosi concordano sul fatto che i governi stiano sempre più esternalizzando il welfare e privatizzando i servizi, aumentando la dipendenza da enti di beneficenza, banche alimentari e associazioni di volontariato per sviluppare e implementare iniziative contro la povertà.
Il sistema italiano di lotta alla povertà alimentare si basa su due canali principali: il primo è la catena di approvvigionamento pubblico, gestita dal governo, che si occupa dell’acquisto e della distribuzione di alimenti tramite contratti pubblici. Questi fondi (in particolare, il Fondo di aiuti europei agli indigenti – FEAD) sono impiegati principalmente per acquistare alimenti confezionati a lunga conservazione. I prodotti acquistati vengono poi distribuiti alle organizzazioni solidali territoriali (associazioni, parrocchie, etc.) che li consegnano ai beneficiari. Il secondo canale riguarda le donazioni private o le eccedenze provenienti da supermercati, industrie e grossisti, che alimentano un sistema parallelo di distribuzione. A Roma, l’attività di distribuzione del cibo è principalmente affidata alle organizzazioni solidali territoriali, che sono 653 e gestiscono una rete di interventi che comprende pasti, pacchi alimentari, mense sociali e altre forme di supporto diretto.
L’importanza delle organizzazioni solidali territoriali risiede non solo nella distribuzione diretta degli aiuti, ma anche nella loro capacità di creare reti di collaborazione tra enti pubblici, privati e altre associazioni. Tuttavia, la questione fondamentale riguarda la gestione delle relazioni tra queste organizzazioni. Sebbene esista una forte rete di cooperazione, emerge la domanda se tali realtà collaborino realmente tra loro o se esista una competizione per le risorse. Il nostro studio si concentra proprio su questa questione, cercando di analizzare se esistano forme di cooperazione o competizione tra le organizzazioni solidali territoriali operanti in aree geograficamente vicine.
L’analisi proposta si basa su un approccio metodologico che combina l’analisi sociale delle reti con quella geografica. L’ipotesi di partenza è che le organizzazioni solidali territoriali situate nelle stesse aree geografiche possano essere più propense a collaborare tra loro, grazie alla vicinanza fisica che facilita la condivisione delle risorse, la pianificazione congiunta di interventi e la riduzione dei costi logistici, come il trasporto e lo stoccaggio degli alimenti. Tuttavia, la vicinanza geografica non implica sempre una collaborazione: la competizione per risorse limitate – soprattutto per quel che concerne le donazioni private, il bisogno di dimostrare un impatto attraverso un alto numero di beneficiari -, o le divergenze ideologiche potrebbero invece ostacolare la creazione di legami tra le organizzazioni.
La metodologia utilizzata prevede tre fasi principali: definizione dei confini delle comunità locali attraverso l’analisi di clustering geografico, interviste approfondite con le organizzazioni solidali territoriali per esplorare le dinamiche di cooperazione e, infine, l’analisi della correlazione tra vicinanza sociale e geografica. In questo studio, presentiamo i risultati preliminari della prima fase basata sul clustering geografico.
I risultati preliminari, ottenuti utilizzando il software QGIS per il clustering delle organizzazioni in base alla loro distanza geografica, mostrano una concentrazione significativa di organizzazioni solidali territoriali nel centro di Roma, dove la densità di beneficiari è relativamente bassa. Al contrario, nelle periferie, dove la necessità di aiuti è maggiore, le organizzazioni sono distribuite in modo più disperso. Questo potrebbe indicare un disallineamento tra la distribuzione degli aiuti e le reali necessità delle aree più vulnerabili.
Le analisi successive hanno identificato cluster di organizzazioni con una densità geografica superiore alla media, che operano in zone con alti livelli di povertà e insicurezza alimentare.
Questi risultati offrono spunti interessanti per una riflessione sulle modalità di distribuzione degli aiuti e sulle dinamiche di cooperazione tra le organizzazioni solidali territoriali. Se, da un lato, la concentrazione nel centro città potrebbe essere legata alla presenza di risorse logistiche e amministrative, dall’altro, la distribuzione periferica potrebbe richiedere interventi più mirati e un miglior coordinamento tra le organizzazioni locali. La sfida principale consiste nel garantire che le risorse vengano allocate in modo equo, sulla base delle necessità effettive della popolazione vulnerabile.
Le fasi successive della ricerca approfondiranno ulteriormente le dinamiche di collaborazione tra le organizzazioni solidali territoriali, esplorando i motivi per cui alcune organizzazioni potrebbero non collaborare, nonostante la loro vicinanza geografica. Le interviste con i responsabili delle organizzazioni forniranno preziose informazioni sui meccanismi di cooperazione, ma anche sulle difficoltà legate alla gestione delle risorse e alla concorrenza tra enti.
In conclusione, l’analisi della rete di collaborazione tra le organizzazioni solidali territoriali di Roma rappresenta un passo importante per comprendere come affrontare efficacemente la povertà alimentare in una grande città. Le evidenze emerse suggeriscono che una migliore coordinazione tra le organizzazioni e una gestione più equa delle risorse potrebbero contribuire a ridurre il divario tra le aree di maggiore e minore necessità. Un approccio integrato, che consideri non solo la distribuzione del cibo ma anche le modalità di collaborazione tra le diverse realtà coinvolte, sarà cruciale per affrontare la sfida della sicurezza alimentare in modo sostenibile e inclusivo.
Approfondimenti
- Prota, L., Curcio, F., Felici, F.B., Marino, D. (2024). Feeding the Blocks: A Methodological Rethink of Neighbourhood Food Aid in Rome. In: Calabrò, F., Madureira, L., Morabito, F.C., Piñeira Mantiñán, M.J. (eds) Networks, Markets & People. NMP 2024. Lecture Notes in Networks and Systems, vol 1185. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-031-74672-7_26
- ISTAT: Le statistiche dell’Istat sulla povertà. Anno 2021 (2022)
- Bernaschi D., Caputo L., Di Renzo L., Felici F.B., Frank G.,Giacardi A., Gualtieri P., Manetti I., Marino D., Minotti B., Orlando L., Scannavacca F., (2024), Lo stato della povertà alimentare nella Città metropolitana di Roma nel contesto italiano. Report 2024. CURSA. Pas(SAGGI). ISSN: 2284-4376, Anno 10 – n.14 – Settembre/Dicembre 2024